×

Fornisci il consenso ai cookie

Internazionale usa i cookie per mostrare alcuni contenuti esterni e proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso, consulta questa pagina.

Perché il reddito di cittadinanza è una buona idea

Un manifesto di ottomila metri quadrati nella piazza Plainpalais di Ginevra, in Svizzera, il 14 maggio 2016. Sull’opera c’è scritto “Cosa faresti se qualcuno si occupasse del tuo reddito?”. (Denis Balibouse, Reuters/Contrasto)

Il 5 giugno gli svizzeri hanno votato a larga maggioranza contro una modifica della costituzione che avrebbe obbligato il governo a intraprendere i passi necessari per assegnare un reddito di cittadinanza universale, un versamento incondizionato in contanti per tutti i cittadini. I sostenitori del provvedimento chiedevano un reddito di 2.500 franchi svizzeri (2.280 euro) al mese.

Comunque, sembra che il reddito di cittadinanza universale stia vivendo un momento di grande interesse. A sostenere l’idea ci sono persone provenienti dai più diversi schieramenti ideologici: da Charles Murray, uno studioso dalle idee libertarie dell’American enterprise institute, orientato a destra, a Andy Stern, un leader sindacale americano. Anche il mondo della tecnologia è interessato: la Y Combinator, un incubatore per start-up tecnologiche, commissionerà uno studio su questo provvedimento. Come funzionerebbe, e perché c’è tanto interesse?

I lavoratori più poveri avrebbero a disposizione più soldi, da investire nell’istruzione o nella formazione

L’idea di un reddito di cittadinanza è in realtà piuttosto vecchia. In un saggio pubblicato nel 1797, Thomas Paine rifletteva sul fatto che in cambio del consenso sociale per i diritti della proprietà privata i governi avrebbero dovuto pagare a tutti i cittadini 15 sterline all’anno.

I politici si sono trastullati con questa idea nel corso della rivoluzione industriale, ma nel complesso hanno costruito modelli di stato sociale su basi differenti: per esempio prevedendo programmi di assicurazione per chi restava senza lavoro per limiti di età o per problemi di altro tipo. Nell’ultimo decennio però l’interesse per il reddito di cittadinanza è aumentato di pari passo con il timore che i salari dei lavoratori non stiano crescendo abbastanza da sostenere il tenore di vita (o in alcuni casi non crescano affatto).

Vantaggi e svantaggi

In molti paesi l’aumento dei salari dal 2000 a oggi è stato piuttosto deludente e la quota di reddito totale dei lavoratori (rispetto a quello degli imprenditori o dei proprietari terrieri) è diminuita. Alcuni sostenitori del reddito di cittadinanza temono che potenti nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale renderanno ancora più difficile la vita dei lavoratori e delle lavoratrici.

Assegnare un reddito di cittadinanza non sarebbe semplice. Corrispondere a ogni adulto e bambino un reddito di circa diecimila dollari all’anno in un paese ricco come gli Stati Uniti richiederebbe un aumento di quasi il 10 per cento della quota di prodotto interno lordo raccolta tramite le tasse e finirebbe per erodere gran parte della spesa sociale non destinata alla salute.

Ci sarebbero, però, dei benefici. I lavoratori più poveri (e le persone che lavorano senza reddito, come le madri casalinghe) avrebbero a disposizione più soldi. Molti potrebbero usare questo reddito per investire tempo e denaro nell’istruzione o nella formazione. L’imprenditoria diventerebbe meno rischiosa. Una rete di sicurezza più robusta darebbe ai lavoratori un potere di contrattazione maggiore con i datori di lavoro e costringerebbe le aziende a impegnarsi di più per trattenere i lavoratori (e per fare investimenti finalizzati all’aumento della produttività). Tuttavia ci sarebbero anche degli svantaggi. Molte persone potrebbero scegliere di non lavorare affatto; potrebbero aumentare le tensioni sociali. La disponibilità di un reddito di cittadinanza rafforzerebbe di sicuro l’ostilità all’immigrazione.

La Finlandia e i Paesi Bassi stanno progettando degli esperimenti di reddito di cittadinanza

Il governo svizzero, che prima di votazioni simili esprime un’opinione ufficiale, si era dichiarato decisamente contrario a questo provvedimento, affermando che un reddito di cittadinanza si sarebbe rivelato troppo costoso e deleterio sotto il profilo etico: le finanze pubbliche ne avrebbero risentito negativamente e gli svizzeri si sarebbero trasformati in una società di perdigiorno poco motivati.

Eppure altri paesi si stanno muovendo in questa direzione: la Finlandia e i Paesi Bassi stanno progettando degli esperimenti di reddito di cittadinanza. Tuttavia, se il reddito di cittadinanza universale dovrà diventare una parte fondamentale dello stato sociale tra diversi decenni, saranno necessarie molte più prove che i robot rubano il lavoro degli umani e i lavoratori dovranno patire molti più stenti perché la gente nella maggior parte dei paesi si convinca ad adottare una misura così radicale.

Questo articolo di R. A. è uscito sul settimanale britannico The Economist.

pubblicità