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Martin Schulz è il vero rivale di Angela Merkel

Martin Schulz (a sinistra) e Sigmar Gabriel (al centro) a una riunione del Partito socialdemocratico tedesco a Berlino, il 25 gennaio 2017. (Thomas Trutschel, Photothek/Getty Images)

La decisione ha preso di sorpresa il suo stesso partito. Il 24 gennaio il presidente del Partito socialdemocratico tedesco (Spd) Sigmar Gabrielha deciso di non lanciarsi nella corsa alla cancelleria – e quindi di non affrontare Angela Merkel – in occasione delle prossime elezioni del 24 settembre.

Colui che dal dicembre 2013 cumula le funzioni di vicecancelliere e di ministro dell’economia e dell’energia nel governo di coalizione, ha ceduto il posto di avversario numero uno a Martin Schulz – fino a poco tempo fa presidente del parlamento europeo – affermando che quest’ultimo aveva “migliori possibilità” di vincere in autunno.

Consapevole delle infelici esperienze di Frank-Walter Steinmeier nel 2009 e di Peer Steinbrück nel 2013, Gabriel ha probabilmente capito che non sarebbe servito a nulla impegnarsi in un duello perso in anticipo, osserva la Deutsche Welle.

Con solo il 20 per cento di pareri favorevoli nei sondaggi, l’Spd è per ora molto lontano dalla Cdu (Unione cristianodemocratica) di Merkel, con un distacco che oscilla tra i 15 e i 18 punti. Ancora peggio, i socialdemocratici sono tallonati dalla formazione di estrema destra Alternativa per la Germania (AfD), in piena ascesa.

Una situazione poco favorevole che però Schulz vuole rovesciare in proprio favore. E non appena è diventato il candidato della sinistra, il prossimo leader dell’Spd (dovrebbe essere eletto dal partito il 29 gennaio) si è lanciato all’offensiva. “In momenti difficili come questo il paese ha bisogno di una nuova direzione. È compito dell’Spd renderlo migliore”, ha dichiarato Schulz alla Frankfurter Allgemeine Zeitung

Per Angela Merkel la situazione si complica, sottolinea Stern. Infatti Schulz è un rivale più serio, un “peso massimo” che non solo gode di una popolarità simile alla sua ma è anche in grado di compattare il proprio schieramento.

Tuttavia anche lui, scrive Die Welt, ha i suoi punti deboli. Il principale è una certa distanza dalle questioni nazionali, che senza dubbio conosce ma con cui dovrà familiarizzare. “Ha davanti a sé l’anno più difficile della sua carriera”, osserva il quotidiano conservatore. Riuscirà a evitare all’Spd e alla socialdemocrazia un’umiliante sconfitta? La domanda rimane aperta.

(Traduzione di Andrea De Ritis)

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