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Per non dimenticare le vittime di Mariupol

Staryi Krym, vicino a Mariupol, 22 maggio 2022. Una donna accanto alla tomba di suo figlio. (Alexander Ermochenko, Reuters/Contrasto)

In un gruppo Telegram ucraino, dove si ritrovano coloro che hanno perso i propri cari a Mariupol, gli oltre 26mila utenti hanno un obiettivo: garantire che le migliaia di persone morte durante l’assalto russo a questa città portuale abbiano una degna sepoltura o almeno, in molti casi, trovare i loro resti.

La quantità di cadaveri a Mariupol lascia senza parole. Petro Andrjuščenko, consigliere del sindaco della città ucraina, stima che siano almeno 22mila i morti nei due mesi di combattimenti. Ma una delle tante persone che coordinano le sepolture in città, e che ha preferito restare anonima, ritiene che il numero totale sia più vicino ai cinquantamila.

Alcuni dei partecipanti del gruppo Telegram hanno trovato i corpi dei loro cari e stanno affrontando il caotico processo di riconoscimento e sepoltura. Altri passano le giornate a navigare nei gruppi dei social network alla ricerca di notizie e temono di non trovarne. Altri ancora postano foto, filmati di lapidi ed elenchi di morti scritti a mano da autori sconosciuti, che a volte indicano anche i luoghi di sepoltura. Alcune persone che sono state in città hanno raccontato che, con l’avvicinarsi dell’estate e l’aumento delle temperature, un odore di cadavere invade molte strade.

Ci sono corpi ancora intrappolati sotto le macerie o negli appartamenti, oppure sepolti in fosse comuni improvvisate poco profonde, molte delle quali sono indicate male o addirittura non segnalate affatto. Altri cadaveri sono stati lasciati per strada, mentre alcuni corpi potrebbero essersi disintegrati sul colpo, se raggiunti da colpi di artiglieria pesante, o carbonizzati nei numerosi incendi scoppiati in città.

“Sono entrata nella chat per far sapere che mio padre era stato ucciso e, non so, anche per condividere il mio dolore”, racconta Mariana, che spiega di aver perso i contatti con i suoi genitori quando il segnale telefonico è stato interrotto, all’inizio di marzo. I bombardamenti avevano reso troppo pericoloso raggiungerli, finché lei aveva deciso di fuggire con i suoi figli. Suo padre è stato ucciso mentre cercava di spegnere un incendio e sua madre lo ha seppellito con le proprie mani accanto all’edificio dove vivevano, per poi lasciare la città, racconta Mariana, che vuole tornare a Mariupol al più presto per dare una degna sepoltura al genitore.

Le morti come quelle di suo padre sono elencate in un foglio di calcolo creato e aggiornato dai membri del gruppo Telegram e che per ora conta oltre 1.200 persone. Il documento include informazioni su come sono state uccise e spesso sul luogo in cui dovrebbero trovarsi i loro corpi.

La sezione relativa alle cause di morte inserita nel foglio di calcolo è la testimonianza degli orrori subiti dalla popolazione civile assediata: morte per fame, mancanza di medicine e di cure mediche, infarto, covid-19 e ictus. Morti quando il loro appartamento è stato bombardato, colpiti mentre cercavano di procurarsi l’acqua, morti mentre spegnevano un incendio, morti per congelamento, morti per fucilazione e morti per ferite da schegge.

Mentre i bombardamenti rendevano gli spostamenti impossibili, i cortili tra i condomini hanno iniziato a riempirsi di tombe di fortuna

La battaglia per Mariupol è stata combattuta su una città densamente popolata, di circa quattrocentomila abitanti. L’esercito ucraino ha inviato granate e missili e la risposta dell’esercito russo si è abbattuta sulle aree residenziali, dicono i residenti. Le persone vogliono sapere perché non sono state tratte in salvo e perché la popolazione civile è diventata “ostaggio” di una guerra che secondo il loro sindaco – fuggito il 27 febbraio – non avrebbe mai raggiunto la città.

Mentre i combattimenti serrati rendevano gli spostamenti quasi impossibili, i cortili tra i condomini hanno cominciato a riempirsi di tombe di fortuna scavate dai residenti durante i bombardamenti. Alcune delle lapidi sono state realizzate a mano, altre sono state fornite agli abitanti dai servizi di emergenza, che le hanno prese da un’impresa di pompe funebri locale. A volte non è stato possibile realizzare neppure tombe di fortuna. Su una foto condivisa nel gruppo Telegram compaiono scarabocchiati sulla porta di un appartamento il nome e la data di morte della persona che viveva all’interno, presumibilmente è stato un vicino che voleva lasciare una traccia per chi sarebbe poi venuto a recuperare il corpo.

Yulia, che ha lasciato Mariupol per la Russia da adulta molti anni fa, dice di aver scoperto su Telegram che suo padre era morto nel suo appartamento a fine marzo tramite i suoi ex compagni di classe. Il vicino di casa di suo padre le ha detto di averlo avvolto in una coperta, di averlo portato fuori con una carriola e di averlo lasciato accanto al loro edificio. “Non lo ha seppellito perché era troppo pericoloso. Forse alcuni servizi di emergenza hanno preso il corpo più tardi perché ha cominciato a fare caldo e i cani affamati erano dappertutto”, dice Yulia.

Il caos burocratico
Yulia ha scritto alla nuova agenzia comunale, istituita per identificare i corpi e rilasciare i certificati di decesso. Le hanno risposto che suo padre non era nella lista dei corpi identificati e le hanno chiesto di venire a Mariupol per fornire un campione di dna. “Dalla loro lettera, sembra che il suo corpo non sarà mai identificato. Penso che forse il vicino non abbia lasciato alcun documento insieme al suo corpo”, dice Yulia, che aggiunge che tornerà a Mariupol appena possibile per cercare il corpo di suo padre.

Le nuove autorità affermano che il processo di sepoltura e identificazione è in corso e che ogni corpo sarà sepolto separatamente, in modo dignitoso. Ma i post su Telegram delle persone che seppelliscono i loro morti mostrano che questo processo è pieno di problemi. Da quando la Russia ha dichiarato la vittoria in aprile, Mariupol è passata sotto il controllo dell’autoproclamata repubblica di Donetsk, un’autorità governata per procura, creata per amministrare l’omonima regione nell’Ucraina orientale occupata nel 2014.

I filmati girati dai canali televisivi dell’autorità di Donetsk mostrano gli operatori dei servizi d’emergenza che dissotterrano i corpi dalle tombe improvvisate e recuperano i corpi dalle macerie, dicono che stanno facendo il giro della città per disseppellire o riseppellire tutti i corpi. Le autorità hanno invitato pubblicamente i parenti a riesumare i corpi da soli, anche senza supervisione. I corpi vengono portati nell’unico obitorio di Mariupol ancora in funzione, l’obitorio Metro, per essere esaminati e registrati, quando lo stato di decomposizione non è troppo avanzato o se vengono trovati documenti d’identità nei vestiti.

Le foto dell’obitorio Metro scattate da un giornalista di Mariupol, Vyacheslav Tverdokhleb, mostrano mucchi di corpi ammassati in un cortile, accanto a persone che indossano mascherine. “Fai la fila per ottenere il certificato di morte nel cortile e ci sono solo mucchi di corpi accanto a te”, dice Daria, che ha lasciato Mariupol alla fine di marzo ma è tornata per due settimane a maggio per seppellire un suo caro amico per conto dei suoi parenti. Se i corpi non vengono reclamati o identificati per due settimane, le autorità li seppelliranno in tombe contrassegnate da numeri, si legge in alcuni post su Telegram scritti da un rappresentante di Ritual, l’unica impresa di pompe funebri ancora attiva in città.

Visto che centinaia di migliaia di persone hanno lasciato la città e non possono tornare, in molti cercano di ricorrere ai servizi di Ritual da remoto. L’azienda, statalizzata dall’autorità separatista di Donetsk, offre un servizio a pagamento per disseppellire o recuperare una salma, se si conosce il luogo in cui si trova, e seppellirla. In questo modo, come ha scritto uno dei rappresentanti di Ritual in un post sul suo canale Telegram, i parenti possono evitare che il corpo del loro caro si perda nel caos burocratico dell’obitorio Metro, oppure, peggio ancora, che finisca in una fossa comune.

Cancellare ogni traccia
Immagini satellitari della società Maxar e un servizio della Cnn, entrambi realizzati dopo che la Russia ha preso il controllo dell’area, mostrano che le forze russe hanno scavato fosse comuni. Nel servizio della Cnn e in un altro filmato postato su Telegram da Ritual il 9 maggio, entrambi realizzati nei cimiteri fuori Mariupol, si vede che le fosse sono numerate e che probabilmente sono collegate a una banca dati gestita dalle autorità.

Se il Dna non sarà raccolto, migliaia di corpi non verranno identificati. E così la verità di quanto avvenuto a Mariupol non sarà mai nota

Daria e un’altra persona con cui abbiamo parlato, così come i post su Telegram di coloro che si sono confrontati con questo processo, confermano che le autorità di Donetsk sono in possesso di questa banca dati, che oltre a raccogliere le foto dei cadaveri, registra anche altre informazioni lasciate sui corpi o sugli indumenti.

Ma non tutti i corpi che dovrebbero comparire nel database risultano registrati. A marzo il marito di Olesya è morto e il figlio è stato gravemente ferito da un razzo che ha colpito il loro appartamento. Olesya ha deciso che la sua unica possibilità era portare il figlio da un medico e ha lasciato il marito vicino all’ingresso del loro edificio. Oggi non riesce a trovare il suo corpo e non sa se sia stato sepolto. Ma, racconta, i suoi documenti erano accanto a lui nella tasca della giacca. “Penso che molto probabilmente d’ora in poi diventerà un disperso”, dice Olesya, che ha raccontato che tutti i vicini sono fuggiti perché il loro condominio stava bruciando, insieme ad altri cinque palazzi intorno a loro.

Le autorità di Donetsk sostengono che i parenti possono fornire campioni di dna per l’identificazione, il che in teoria indicherebbe che stanno raccogliendo campioni dai corpi. Ma una persona che coordina le sepolture ha detto di non aver sentito parlare di una simile pratica o della creazione di una banca dati per il materiale genetico. Se i campioni di dna non saranno raccolti, migliaia di corpi potrebbero non essere mai identificati. E così la portata di ciò che è accaduto a Mariupol e la verità non saranno mai note.

Le autorità ucraine accusano la Russia di usare le fosse comuni per coprire i propri crimini. “Dovrebbero far entrare la Croce rossa per supervisionare i procedimenti di identificazione, raccogliere campioni di dna e creare un database che andrebbe poi consegnato all’Ucraina”, dice Serhiy Taruta, nato a Mariupol, deputato al parlamento ucraino e oligarca le cui aziende impiegavano migliaia di persone nella città.

(Traduzione di Federico Ferrone)

Questo articolo è uscito sul quotidiano britannico The Guardian.

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