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Lo scontro tra governo e parlamento paralizza il Venezuela

La polizia respinge i sostenitori del presidente Nicolás Maduro che cercano di raggiungere il parlamento nel giorno in cui si sono insediati i nuovi deputati, a Caracas, il 5 gennaio 2016. (Marco Bello, Reuters/Contrasto)

La corte suprema del Venezuela ha annunciato l’11 gennaio che tutte le decisioni del parlamento, che dopo le elezioni di dicembre è controllato dall’opposizione, saranno state invalidate finché tre deputati sospesi rimarranno nell’aula. Martedì 12 gennaio, il presidente della camera Henry Ramos Allup ha dovuto sospendere la sessione, rendendo evidente la crisi politica e istituzionale in cui versa il paese.

L’opposizione ha esasperato lo scontro con il governo chavista (dal cognome del defunto presidente Hugo Chávez, al potere dal 1999 al 2013) del presidente Nicolás Maduro, presentando in parlamento un progetto di legge che prevede l’amnistia per i prigionieri politici. Un disegno al quale, ovviamente, il governo si oppone.

L’opposizione si è data sei mesi di tempo per allontanare con metodi costituzionali il presidente Maduro, a cui l’esercito ha confermato la settimana scorsa il suo “sostegno incondizionato”.

Il tribunale considera illegittime le decisioni dell’assemblea per la presenza di tre deputati sospesi

La corte suprema di giustizia (Tsj) del Venezuela considererà nulli gli atti approvati dall’assemblea nazionale finché resteranno in aula tre deputati dell’opposizione che il Tsj stesso aveva sospeso alcuni giorni dopo le lezioni. I tre deputati erano stati eletti in un distretto sudoccidentale dove il partito socialista al governo ha contestato i risultati elettorali. Per questo, sono stati sospesi in attesa delle verifiche sulla regolarità o meno del voto.

Due giorni dopo l’insediamento della nuova assemblea il 5 gennaio, l’opposizione ha sfidato il governo chavista facendo assumere l’incarico anche ai tre deputati in questione. Con questi voti gli antichavisti dispongono dei numeri che permettono di varare riforme importanti.

Con 112 deputati invece di 109 (sui 167 dell’unica camera del parlamento venezuelano), infatti, l’opposizione passa da una maggioranza di tre quinti a una di due terzi, con la quale può convocare un referendum, organizzare un’assemblea costituente e anche provocare, attraverso una riduzione della durata del suo mandato, le dimissioni anticipate del presidente, espressione del Partito socialista fondato da Chávez.

L’opposizione ha presentato una proposta di indulto per decine di prigionieri politici

Il Tsj, la più alta autorità giudiziaria del paese, è una figura chiave della battaglia istituzionale che si è aperta tra il parlamento guidato dall’opposizione e il governo.

L’opposizione considera il Tsj un’espressione del partito socialista: il governo ha nominato 34 dei suoi giudici (13 titolari e 21 supplenti) a fine dicembre, e lunedì ha istituito una commissione per indagare sul voto contestato nel distretto dello stato sudoccidentale di Amazonas.

Nel frattempo, l’opposizione ha presentato in parlamento la proposta di legge che permetterebbe la scarcerazione di varie decine di prigionieri politici, inasprendo lo scontro con il governo.

“Abbiamo consegnato una proposta elaborata. Vogliamo l’amnistia per tutti i prigionieri politici. Perché nessun innocente sia dimenticato”, ha dichiarato Lilian Tintori, moglie del capo dell’ala radicale dell’opposizione Leopoldo López, attualmente incarcerato.

Accompagnata da un gruppo di deputati della coalizione d’opposizione – la Mesa de la unidad democrática (Mud) – di avvocati e di familiari dei prigionieri politici, Tintori si è recata lunedì in parlamento per consegnare il testo.

Il presidente Maduro non riuscirà a bloccare la legge per i prigionieri politici

Ribattezzata “legge d’amnistia e di riconciliazione”, la proposta ha per obiettivo la scarcerazione di 76 prigionieri politici e l’indulto per circa 4.700 persone che secondo la Mud sono perseguitati dalla giustizia o costretti a vivere all’estero a causa della loro contrarietà al chavismo.

L’opposizione, che gode di un’ampia maggioranza al parlamento unicamerale del Venezuela per la prima volta in 16 anni, non ha chiarito quanto tempo sarebbe necessario per approvare il testo.

Poco dopo le elezioni legislative di dicembre, il presidente Maduro aveva avvisato che si sarebbe opposto all’adozione di una legge simile.

Secondo il giurista José Ignacio Hernandez, tuttavia, Maduro non può bloccare l’iter parlamentare e al massimo potrà fare qualche osservazione prima di promulgarla, se non vuole “violare la costituzione”.

All’origine del diffuso malcontento popolare che ha favorito l’opposizione alle urne, ci sono problemi quotidiani di approvvigionamento e un’inflazione galoppante (del 200 per cento secondo gli esperti). Il Venezuela, che possiede le più grandi riserve petrolifere del mondo, negli ultimi mesi ha visto crollare la propria economia, parallelamente al calo del prezzo del greggio.

(Traduzione di Federico Ferrone)

Questo articolo è stato pubblicato dall’agenzia francese Afp.

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