×

Fornisci il consenso ai cookie

Internazionale usa i cookie per mostrare alcuni contenuti esterni e proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso, consulta questa pagina.

In India il pop transgender abbatte i pregiudizi

La 6 Pack Band. (Y-Films)

Le persone transgender in India sono sempre state una minoranza invisibile. Si vedono solo ai semafori, a chiedere l’elemosina o a benedire novelli sposi e neonati.

Una band pop di donne transgender però è stata inclusa nella colonna sonora dell’ultimo successo di Bollywood dimostrando che, due anni dopo una sentenza epocale che ha dato alle persone transgender gli stessi diritti del resto della popolazione, oggi sono accolte con meno ostilità, anche se il lavoro per loro scarseggia e i pregiudizi non sono scomparsi.

Una canzone della 6 Pack Band, formata da sei donne transgender, è inclusa nel film Sultan, con Salman Khan, in sala da luglio. Ad altri brani, usciti all’inizio dell’anno, hanno partecipato altre star di Bollywood e hanno ottenuto milioni di visualizzazioni su YouTube.

“Le persone transgender vivono peggio di altre minoranze nel paese, e sono invisibili”, spiega Ashish Patil, direttore di Y-Films, della casa di produzione di Bollywood Yash Raj Films, che ha messo insieme il gruppo. “La 6 Pack Band è stato un tentativo di portare la comunità sotto i riflettori e di spingere la gente a parlarne. Ho pensato di cominciare con canzoni e balli, che sono parte integrante della loro tradizione”.

Portafortuna e benedizioni

In India vivono circa due milioni di persone transgender. Nel 2014 la corte suprema del paese ha stabilito che devono avere degli stessi diritti del resto della popolazione davanti alla legge e ha garantito uno status legale al terzo genere. Oggi possono sposarsi ed ereditare dei beni, e hanno il diritto di accedere al sistema delle quote nei luoghi di impiego e nelle istituzioni scolastiche.

Le donne transgender, note con il nome di hijra, sono considerate dei portafortuna e le loro benedizioni sono richieste in occasione di matrimoni e di nascite. Ma questo non impedisce che subiscano maltrattamenti e sfruttamento. Spesso le loro famiglie le scacciano di casa, tante sono analfabete e ottengono un rifiuto quando cercano un lavoro. Perciò sono costrette a prostituirsi, a chiedere l’elemosina o a ballare ai matrimoni per tirare avanti.

C’è ancora un abisso tra i diritti acquisiti sulla carta e la realtà nelle strade

Per affrontare le questioni legate al genere e alla sessualità in modo più aperto, l’attivista per i diritti dei transgender Abhina Aher ha fondato qualche anno fa le Dancing Queens a Mumbai. Il gruppo, formato da transgender e gay usa la danza per sensibilizzare l’opinione pubblica, e per guadagnarsi da vivere.

Le Dancing Queens – “perché ci chiamano regine, e ci piace ballare”, spiega Aher – ballano e cantano ai matrimoni e alle feste aziendali. “Da quando abbiamo cominciato è aumentata la consapevolezza sulla nostra condizione, abbiamo avuto una maggiore visibilità e ricevuto un maggiore rispetto per noi e per la nostra comunità”, racconta Aher, una ballerina professionista kathak. “Nonostante la legge abbia rappresentato un passo avanti, c’è ancora un abisso tra i diritti sulla carta e quello che succede nella realtà. C’è ancora molta violenza e le opportunità lavorative sono ancora poche”, spiega Aher.

Paesi in mutamento

Lo stato orientale dell’Odisha a giugno è stato il primo del paese a concedere alle persone transgender sussidi sociali come una pensione o un alloggio. L’India sta inoltre rivedendo il suo schema di riabilitazione per i lavoratori ridotti in schiavitù con l’obiettivo di includere anche le persone transgender.

E sono stati fatti altri tentativi per integrarle.

A Thane, nei pressi di Mumbai, più di mille persone transgender sono state addestrate dalla polizia e nominate “Amici della polizia”, con il compito di aiutare le attività di controllo del traffico e di gestione delle situazioni affollate.

Tuttavia, è la 6 Pack Band la realtà più affascinante. La loro prima canzone, Hum Hain Happy – una cover del successo di Pharrell Williams Happy – è uscita a gennaio di quest’anno. Con i ritmi indiani e il battito delle mani tradizionale delle hijra, il video mostra i sei componenti del gruppo con indosso delle gonne e delle camicie lehenga dai colori vivaci e gioielli alla moda. Il video quasi due milioni di visualizzazioni su YouTube. Un altro brano che parla della lotta e della graduale accettazione di una donna trans ha avuto più di 3,5 milioni di visualizzazioni.


Una campagna pubblicitaria del gruppo ha vinto il Grand prix Glass Lion a Cannes, per “la creatività in grado di produrre dei mutamenti culturali che promuovono l’uguaglianza tra i generi e contrastano gli stereotipi”.

“La band ha cambiato in modo radicale il modo in cui vediamo le persone transgender”, dice Patil, che ha condotto provini in tutto il paese per formarla. “Cosa ancora più importante, le famiglie e la società cominciano a non respingerle, e loro hanno trovato un modo per guadagnarsi da vivere”.

(Traduzione di Giusy Muzzopappa)

Questo articolo è stato pubblicato dalla Thomson Reuters Foundation.

pubblicità