×

Fornisci il consenso ai cookie

Internazionale usa i cookie per mostrare alcuni contenuti esterni e proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso, consulta questa pagina.

La grande paura dell’islam

Musulmani sciiti statunitensi marciano verso la Casa Bianca per protestare contro il gruppo Stato islamico, a Washington. (James Lawler Duggan, Reuters/Contrasto)

È triste dover ripetere costantemente che non tutti i musulmani sono potenziali terroristi e che l’islam e la democrazia possono benissimo andare d’accordo. Eppure dobbiamo continuare a farlo, anche perché un candidato alla presidenza degli Stati Uniti vorrebbe impedire l’ingresso nel suo paese a tutti i musulmani mentre un ex primo ministro australiano, il conservatore Tony Abbott, è convinto che l’occidente debba essere “pronto a proclamare la sua superiorità su una cultura che giustifica l’omicidio in nome di Dio”.

A questo punto viene da chiedersi se Abbott abbia mai sentito parlare dell’inquisizione e del lungo periodo in cui la chiesa cattolica torturò e bruciò in nome di Dio tutte le persone che considerava empie, delle crociate durante le quali l’Europa cristiana ha commesso crimini indicibili in Medio Oriente, della notte di San Bartolomeo in cui i protestanti di Parigi (uomini, donne e bambini) furono uccisi nel sonno, delle guerre di religione europee e dei lunghi secoli in cui i prelati hanno sostenuto le monarchie per diritto divino contro ogni idea di libertà e democrazia.

L’islam fa della carità un obbligo pari alla preghiera

A quei tempi una persona povera di spirito come Abbott avrebbe potuto dichiarare che il cristianesimo e la democrazia erano incompatibili, senza capire che quell’epoca oscura non aveva alcun legame con il messaggio di Cristo, anzi lo contraddiceva come il terrorismo contraddice il Corano.

Qualcuno sosterrà che l’islam sembra essere rimasto nella sua epoca buia, mentre il cristianesimo l’ha ormai superata. Molti ne sono convinti, compresi alcuni novelli Voltaire musulmani. Ma non dobbiamo dimenticare che l’islam fa della carità un obbligo pari alla preghiera e che nel 2011 centinaia di migliaia di giovani musulmani sono scesi in piazza in Tunisia, Egitto e Siria in nome delle libertà individuali, dello stato di diritto e della democrazia.

Quei giovani non si erano improvvisamente convertiti, ma, praticanti o meno, erano musulmani e sostenitori della democrazia, animati da una fede che affonda le sue radici nello stesso testamento dell’ebraismo e del cristianesimo e che ha dato i natali, nell’epoca più triste dell’Europa cristiana, a una brillante civiltà a cui dobbiamo le prime scoperte della scienza e della medicina e la trasmissione della filosofia greca, quella dei padri della democrazia.

Per molte ragioni, storiche e non religiose, l’islam è poi sprofondato in una lunga fase di decadenza, da cui si risveglia oggi circondato dal caos e dallo stesso terrore che aveva seguito la rivoluzione francese.

L’islam è un caos, ma è altrettanto vero che oggi nel mondo musulmano i lumi e le tenebre combattono come combattevano nell’Europa di ieri. Per questo bisogna essere profondamente stupidi, come lo è Donald Trump, per considerare tutti i musulmani come potenziali terroristi.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

pubblicità