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I diritti d’autore nell’epoca di internet

Il Metropolitan museum di New York ha annunciato che metterà a disposizione del pubblico 375mila immagini in altissima risoluzione di opere delle sue collezioni. Le immagini si possono scaricare gratuitamente e si possono usare come si desidera.

Questa scelta, che mira a diffondere con grande efficacia opere d’ingegno, non è nuova. Altre istituzioni, soprattutto anglosassoni, l’hanno già fatta per pezzi delle loro collezioni entrati nel pubblico dominio alla scadenza dei diritti d’autore. Di solito un’opera entra nel pubblico dominio a settant’anni dalla morte del suo autore. La novità è che il Metropolitan precisa che le sue immagini possono essere usate e riprodotte senza fare alcuna richiesta.

Visione di San Giovanni, 1609-1614.

La circolazione sempre più libera delle immagini su internet mette naturalmente in discussione l’aspetto finanziario del diritto d’autore, ma implicitamente mette in discussione anche un altro aspetto: il diritto morale.

Non sappiamo se il pittore El Greco (è stata usata proprio una sua tela per annunciare l’iniziativa del Metropolitan sul New York Times) avrebbe apprezzato di finire su una maglietta, su una tazza o su un servizio di piatti. La diffusione culturale è un atto di generosità, l’apertura a ogni tipo di commercio invece può essere inquietante. Ma è anche vero che gli autori non sono più in questo mondo per poter protestare.

Correzione, 1 marzo 2017

Nella versione di questo articolo pubblicata sulla carta era scritto che “un’opera entra nel pubblico dominio a sessant’anni dalla morte del suo autore”.

Questa rubrica è stata pubblicata il 24 febbraio 2017 a pagina 86 di Internazionale con il titolo “I diritti di El Greco”. Compra questo numero| Abbonati

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