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La morte dell’operaio a Piacenza chiama in causa tutti

Un centro per la logistica a Carpiano, in provincia di Milano, il 2 luglio 2013.
(Pier Marco Tacca, Getty Images)

Nella notte tra il 14 e il 15 settembre è successa una cosa gravissima. Abd Elsalam Ahmed Eldanf, un operaio dell’azienda di logistica Gls (General logistics systems) di Piacenza, è stato travolto e ucciso con un camion aziendale mentre stava facendo un picchetto, organizzato dall’Unione sindacale di base (Usb), davanti alla Gls.

Riccardo Germani, rappresentante del sindacato Usb, racconta così i fatti: “Le trattative erano andate male. Avevamo trasformato l’assemblea in un picchetto davanti ai cancelli della Gls. Eravamo una trentina. A un certo punto quelli dell’azienda hanno incitato i camion a forzare il picchetto. E uno, l’azienda l’ha definito un preposto… un padroncino… insomma, l’ha fatto. Ha accelerato e ha ammazzato sul colpo Abd Elsalam”. Elderah Fisal Elmoursi, un altro operaio, che era presente dichiara:

Situazioni del genere, così tese, erano già accadute. A me ieri i dirigenti mi dicevano ‘Ti sparo! Ti sparo!’. Dovevamo fare la trattativa e ci hanno obbligato ad andare in un locale a fare quest’incontro invece di farlo in magazzino, isolandoci. Così quando abbiamo saputo che la trattativa era andata male, ci siamo messi in sciopero davanti ai cancelli. A un certo punto c’era un dirigente che incitava gli autisti a lavorare comunque. E quindi, uno di loro che prima era sceso e aveva lasciato il motore acceso, è risalito. Gli autisti se la fanno sotto quando ricevono questi ordini dai dirigenti. Noi sappiamo che gli autisti sono dei lavoratori, loro stessi li odiano questi dirigenti: ci dicono aiutateci a cacciarli. Ma poi se la fanno sotto quando gli danno gli ordini. Il nostro amico, Abd Elsalam, era dalla parte dell’autista, quindi quello lo vedeva sicuramente. Ha bussato sul cofano. Ma quello era già partito, non c’ha visto più evidentemente. E il nostro collega è andato sotto le ruote. C’era il sangue che usciva dalla bocca. Una scena che non dimenticheremo mai. Eravamo tutti a urlare, a piangere. E l’autista avrebbe continuato se non l’avessimo fermato.

La procura di Piacenza sostiene che non ci fosse un picchetto, che i camion entravano e uscivano regolarmente dallo stabilimento, e che di fatto si sia trattato di un incidente. Abd Elsalam Ahmed Eldanf si sarebbe allontanato dal gruppo degli altri lanciandosi contro il camioncino, o è stato inavvertitamente investito. Allo stato attuale l’autista è indagato per omicidio stradale.

Un abuso sistematico
Abd Elsalam Ahmed Eldanf aveva 53 anni, cinque figli, lavorava per Gls come facchino dal 2003, e aveva già un contratto a tempo indeterminato: quindi era lì per gli altri. La trattativa che era saltata nella notte prevedeva il reintegro di alcuni operai licenziati perché facevano parte del sindacato, e la stabilizzazione di altri tredici lavoratori. La Gls aveva fatto finta di accettare la proposta, ma alla fine inaspettatamente e irresponsabilmente, aveva interrotto il dialogo.


Gli scioperi, le manifestazioni, le lotte sindacali nel settore della logistica (soprattutto organizzate dalle sigle di base, Usb, Cobas) negli ultimi anni hanno permesso di ottenere un affrancamento da condizioni di quasi schiavitù e la conquista di tutele minime: il riconoscimento di diritti fondamentali come la tutela all’assenza per malattia o per infortunio, la diaria per la mensa.

Qui ci sono le immagini della manifestazione contro la Gls di gennaio.

Gli strumenti di questo abuso sistematico commesso da molte aziende della logistica sono diversi e terribili: un cottimo di fatto istituzionalizzato, paghe basse per lavori sfiancanti, l’organizzazione in cooperative di comodo, lo sfruttamento di lavoratori stranieri. Capita spesso che gli operai che si organizzano per reclamare i loro diritti siano licenziati semplicemente cambiando il nome della cooperativa.

La disponibilità di manodopera a basso costo è un ulteriore incentivo ai licenziamenti facili. Inoltre, spesso i datori di lavoro fanno leva sulle conflittualità interne ai lavoratori, dovute all’appartenenza a gruppi etnici diversi. Facciamo un esempio: i lavoratori di origine romena o egiziana in molte aziende sono sindacalizzati, quindi i datori di lavoro tenderanno ad assumere lavoratori di origine filippina o bangladese, ancora poco organizzati.

Sarebbe giusto, doveroso, che il ministro fosse presente ai funerali di Abd Elsalam Ahmed Eldanf

Nonostante la crisi o proprio a causa di questa, la logistica (i trasporti, lo stoccaggio delle merci) è un settore in enorme espansione, ma al tempo stesso è un’avanguardia nello smantellamento dei diritti del lavoro. Il ministro Giuliano Poletti viene dal mondo delle cooperative e conosce bene i meccanismi di ricatto che possono annidarsi in un contesto dove non c’è un rapporto di subordinazione esplicita del lavoratore al datore di lavoro.

Sarebbe giusto, doveroso, che il ministro fosse presente ai funerali di Abd Elsalam Ahmed Eldanf e anche il presidente del consiglio dovrebbe partecipare. Indispensabile infine che sia indetto uno sciopero unitario in solidarietà con gli operai della Gls. Una tragedia come quella di ieri ha un che di ottocentesco – di un tempo in cui la coscienza dei diritti si doveva ancora formare. Fa impressione vedere un passato così spaventoso ritornare davanti agli occhi di tutti.

(Qui c’è il comunicato del sindacato Usb)

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