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Duetti e geometrie

Il duetto è una forma musicale che rimanda a modelli opposti: da un lato c’è la grande kermesse, l’esibizione alla notte degli Oscar, la “sanremata” vera e propria con cui tentare di massimizzare gli ascolti, magari a partire da due carriere consolidate; a volte dietro c’è anche una raccolta fondi per una buona causa. Dall’altra c’è il duetto intimo, spesso registrato durante una session casalinga, che compare quasi a sorpresa.

Il duetto intimo è stato molto incoraggiato dalla pandemia: tra i vari generi che potremmo associare a questo lungo anno di reclusione, c’è appunto la collaborazione che non ti aspetti. Ad aprire la fila era stato No time for love like now di Michael Stipe e Aaron Dessner. In mezzo a questi estremi succedono tante cose, e molte dipendono dalle aspettative verso chi partecipa. Il fatto interessante del duetto tra Billie Eilish e Rosalía in Lo vas a olvidar è l’anticlimax che ne è conseguito, un brano sottile che in qualche modo non somiglia a nessuna delle due artiste. Nessuna domina, nessuna si ritira.


È l’opposto di quello che succede in Cattive stelle, il brano cantato da Francesca Michielin e Vasco Brondi, una sorta di preview del Sanremo a cui parteciperà la cantante insieme a Fedez, in cui i rimescolamenti tra pop radiofonico e sensibilità cantautoriale saranno la cifra principale delle canzoni in gara (poi vedremo quante aspettative verranno rovesciate). Cattive stelle è un duetto dalla geometria stabile, lei domina, lui concede, ma nessuno perde. L’orientamento è preciso, forse non sorprende, ma è affidabile.

Questo articolo è uscito sul numero 1395 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati

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