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Vertiginosa

Un parco giochi nella contea di Xiapu, nella Cina orientale, 30 marzo 2021. (Gilles Sabrié, The New York Times/Contrasto)

In molte regioni della Corea del Sud non si trovano più le ostetriche e alcune scuole regalano iPhone per attirare i pochi studenti. In Giappone si vendono più pannoloni per anziani che pannolini per neonati. In Germania centinaia di migliaia di edifici disabitati sono stati demoliti lasciando il posto a parchi. Prima della fine del secolo, la Cina potrebbe avere meno abitanti della Nigeria.

Quasi tutti i paesi stanno registrando un arresto della crescita della popolazione e un crollo dei tassi di natalità: è “un’inversione vertiginosa senza precedenti nella storia”, scrive il New York Times.

I demografi prevedono che entro la seconda metà del secolo la popolazione mondiale entrerà per la prima volta in un declino sostenuto. È un cambiamento che può richiedere decenni, ma una volta cominciato sarà esponenziale.

Ne parlava già uno studio dell’anno scorso di Lancet, secondo cui il pianeta raggiungerà il picco nel 2064, con 9,7 miliardi di abitanti, e poi comincerà l’inversione di tendenza che farà scendere la popolazione a 8,8 miliardi di abitanti. Per 23 paesi, tra cui l’Italia, la riduzione sarà superiore al 50 per cento. Intanto la popolazione dell’Africa subsahariana triplicherà.

Entro il 2100, dice lo studio, 183 dei 195 paesi presi in esame scenderanno al di sotto della soglia di sostituzione (in media 2,1 figli per donna), necessaria per mantenere i livelli di popolazione.

I demografi invitano ad adattarsi e a ripensare l’organizzazione delle società, oggi fondate su una forza lavoro giovane che sostiene l’economia. Anche perché il calo demografico potrebbe avere effetti positivi. Popolazioni più piccole potrebbero portare a stipendi più alti, società più uguali e a una qualità della vita migliore, scrive sempre il New York Times.

Ma soprattutto un pianeta con meno persone potrebbe allentare la pressione sulle risorse e, con la riduzione delle emissioni di carbonio, frenare l’impatto distruttivo del cambiamento climatico.

Questo articolo è uscito sul numero 1411 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati

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