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La battaglia per il nuovo governo in Iraq

Una protesta a Baghdad, il 27 luglio 2018. (Thaier al-Sudani, Reuters/Contrasto)

Il 3 settembre si è riunito per la prima volta il nuovo parlamento iracheno. Nei giorni scorsi lo scontro tra avversari politici ha raggiunto il culmine. Il 31 agosto il primo ministro Haider al Abadi ha rimosso dall’incarico il consigliere per la sicurezza Faleh al Fayadh. La motivazione ufficiale è che le attività politiche di Al Fayadh sarebbero in contrasto con il suo ruolo istituzionale. Tuttavia, la mossa di Al Abadi arriva in concomitanza con la deadline per la formazione del nuovo governo.

Al Fayadh fa parte della coalizione di Al Abadi, Al Nasr, ma ha deciso di appoggiare l’ex primo ministro Nuri al Maliki. Poche ore dopo il suo licenziamento alcune importanti figure di Al Nasr hanno indicato Al Fayadh come candidato primo ministro, al posto di Al Abadi.

L’allontanamento di Al Fayadh non fa parte solo dello scontro politico che sta coinvolgendo la Zona verde di Baghdad. Più in generale, il conflitto riflette la guerra di potere tra l’Iran, che appoggia la coalizione dell’ex primo ministro Al Maliki, e gli Stati Uniti, schierati dalla parte di Al Abadi. Il 31 agosto centinaia di migliaia di sostenitori del leader sciita Muqtada al Sadr sono scesi in piazza nella città di Kufa per una grande dimostrazione di forza.

Mentre non c’è ancora una soluzione per la tragica situazione di Bassora e stringono i tempi per la formazione del nuovo governo, i fatti di Kufa potrebbero essere la scintilla di nuovi disordini. La battaglia tra Iran e Stati Uniti è già cominciata. E il vincitore darà forma al nuovo governo iracheno.

(Traduzione di Francesco De Lellis)

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