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In Iraq tornano le classi separate per sesso

Una scuola a Baghdad, 19 gennaio 2021. (Thaier al Sudani, Reuters/Contrasto)

Senza chiare motivazioni, il 17 maggio il ministero dell’istruzione iracheno ha fatto un passo indietro e ha reintrodotto la separazione tra maschi e femmine nelle aule scolastiche. Le direttive impongono regolamenti rigorosi per gli istituti privati e per i corsi di lingua: in particolare dispongono il divieto di formare classi miste e il mantenimento della separazione dei generi. “È un test preliminare per saggiare le reazioni dell’opinione pubblica prima di attuare le stesse misure nell’istruzione superiore in tutte le università dell’Iraq”, spiega il professor Mohammed al Rubeai.

I nuovi regolamenti impongono la segregazione di genere anche al personale docente in tutti gli istituti riservati a un solo sesso: insegnanti donne per le ragazze, e insegnanti uomini per i ragazzi. La disposizione specifica inoltre che il cambio di scuola in tutti gli istituti privati sia possibile solo se il genere dello studente corrisponde a quello dell’istituto, mentre gli spostamenti misti non saranno consentiti.

Un salto nel passato
Fin dai suoi esordi negli anni trenta del secolo scorso l’istruzione superiore in Iraq è stata mista, e questo modello ha resistito all’avvicendamento di cinque diverse autorità al potere. Ma da quando i partiti islamici hanno preso il potere nel 2003 sono aumentate le pressioni sul governo e sul parlamento per cambiare le norme e separare le classi in base al sesso. La gran parte delle università e degli istituti privati è di proprietà di questi partiti, e qui si applicavano già regolamenti rigorosi di separazione che riguardano sia il corpo studentesco sia il personale docente.

Adesso è arrivato il momento in cui sentono di poter fare un salto nel passato. A tutti gli istituti privati è stato dato un ultimatum di “non più di sei mesi” per applicare il nuovo regolamento, “e in caso di mancata attuazione, sarà revocata la licenza per l’insegnamento e l’istituto inadempiente sarà chiuso definitivamente”.

(Traduzione di Francesco De Lellis)

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