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La lotta per sconfiggere l’aids è ancora lunga

Un evento all’università di Yangzhou, in Cina, per la Giornata mondiale contro l’aids, il 1 dicembre 2016. (Vcg/Getty Images)

La lotta al virus hiv non fa progressi. “Il numero di persone infettate dall’hiv ogni anno ha raggiunto il massimo nel 1997, arrivando a circa 3,5 milioni di casi. Gli sforzi nella prevenzione, con campagne informative, diffusione di test diagnostici e la distribuzione di miliardi di preservativi, ha ridotto drasticamente quel numero. Ma intorno al 2010 i progressi si sono fermati. Da allora i nuovi casi si sono stabilizzati sui due milioni l’anno”, scrive Npr.

Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, alla fine dello scorso anno circa 37 milioni di persone nel mondo convivevano con il virus. Circa la metà, cioè poco più di 18 milioni, ha ricevuto i farmaci antiretrovirali. Le vittime legate all’aids, sempre nel 2015, sono state 1,1 milioni. L’Africa subsahariana è la regione più colpita, con 25,6 milioni di persone infettate dal virus e due terzi di tutti i nuovi casi. Secondo l’Oms, uno degli ostacoli principali nella lotta all’hiv è rappresentato dalla mancata estensione della terapia antiretrovirale a tutte le persone infettate, che spesso non sanno di esserlo.

L’organizzazione stima che circa il 40 per cento delle persone con l’hiv, oltre 14 milioni di individui, ignora il proprio status. Il problema è presente anche in Europa, anche se in misura minore che a livello mondiale. Nel nostro continente una persona su sette con l’hiv non sa di averlo.

Una delle ragioni della persistenza dell’epidemia di hiv è la mancanza di consapevolezza delle persone infettate, scrive l’European centre for disease prevention and control, che stima in 122mila le persone con l’hiv che ancora non hanno ricevuto la diagnosi.

L’Oms vorrebbe aumentare l’accesso e la disponibilità degli auto test. Ma non sarà facile raggiungere tutte le fasce di popolazione. Il fatto che due milioni di persone sono state contagiate dall’hiv lo scorso anno dimostra che gli sforzi di prevenzione non hanno avuto successo tra i più vulnerabili e i poveri, scrive Npr.

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