Anis Amri è morto durante un conflitto a fuoco con le forze dell’ordine italiane in piazza 1 Maggio a Sesto San Giovanni, davanti alla stazione ferroviaria. Era stato fermato da una volante della polizia per un controllo verso le 3 di notte. Un agente è rimasto ferito ma non è in pericolo di vita.
La radicalizzazione nelle carceri
“La prigione è sempre più presente nelle nostre società”, sostiene Farhad Khosrokhavar, un sociologo franco-iraniano che ha studiato la radicalizzazione dei detenuti musulmani in carcere, come sembra sia stato il caso di Anis Amri. Secondo Khosrokhavar in molti paesi europei, come Francia, Regno Unito, Germania, Italia, Spagna e Paesi Bassi, la percentuale di musulmani in prigione è di gran lunga superiore alla percentuale di musulmani nella popolazione complessiva ed è in prigione che “i giovani cominciano a percepire l’odio della società”.
Nel suo libro Prisons de France il sociologo scrive che negli ultimi decenni in Francia, negli Stati Uniti e altrove, il numero di detenuti è nettamente aumentato e con esso la durata delle detenzioni. E i crimini violenti come gli omicidi volontari e gli stupri non sono diminuiti. “È il segno che il ruolo sempre più importante che viene dato al carcere per risolvere questioni sociali come la droga o l’immigrazione è un problema politico”.
L’attentatore di Berlino aveva giurato fedeltà al gruppo Stato islamico
Sul sito di Amaq, agenzia di stampa e organo di propaganda del gruppo Stato islamico, è stato pubblicato un video girato dal tunisino Anis Amri, l’attentatore di Berlino. Nel video Amri promette fedeltà al leader del gruppo Stato islamico Abu Bakr al Baghdadi e chiede ai sostenitori dell’organizzazione jihadista di vendicare “i crociati” che bombardano i musulmani.
%3Ca href=%22https://twitter.com/hashtag/ISIS?src=hash%22%3E#ISIS%3C/a%3E' 'Amaq Agency released a video of %3Ca href=%22https://twitter.com/hashtag/Berlin?src=hash%22%3E#Berlin%3C/a%3E attacker Anis Amri pledging to group, declaring desire to avenge Muslims slain in airstrikes %3Ca href=%22https://t.co/RAlFbUMdfC%22%3Epic.twitter.com/RAlFbUMdfC%3C/a%3E
— SITE Intel Group (@siteintelgroup) 23 dicembre 2016
Nel video, Amri dice:
“Il mio messaggio ai crociati che bombardano i musulmani ogni giorno…il loro sangue non scorrerà invano. Siamo una nazione e li vendicheremo. Faccio un appello ai fratelli musulmani nel mondo…quelli in Europa, uccidete i porci crociati, ognuno secondo le sue possibilità”.
Le parole di Angela Merkel
La cancelliera tedesca ha tenuto una conferenza stampa a Berlino. Ecco un riassunto del suo intervento:
In Germania si cercano eventuali complici
Gli investigatori tedeschi continuano a cercare eventuali complici di Anis Amri, presunto autore dell’attentato di Berlino, ucciso nella notte a Sesto San Giovanni, nei pressi di Milano. Lo ha affermato il procuratore dell’antiterrorismo Peter Frank. “Per noi adesso è di grande importanza accertare se nella preparazione e nell’esecuzione dell’attentato e nella fuga il sospetto si è avvalso di una rete di complici o di persone che lo hanno aiutato”, ha dichiarato Frank davanti alla stampa a Karlsruhe.
Amri fermato per un normale controllo dei documenti
Il questore di Milano Antonio De Iesu, durante una conferenza stampa, ha confermato la dinamica dell’uccisione di Anis Amri a Sesto San Giovanni, in seguito a un normale controllo di una pattuglia del commissariato di zona.
Alle 3 di notte, i due agenti della pattuglia hanno deciso di operare un controllo su un uomo che si trovava da solo di fronte alla stazione ferroviaria del comune lombardo, non in base a qualche segnalazione, ma solo perché nuove direttive prevedono l’intensificazione dei controlli sul territorio.
Gli agenti hanno chiesto i documenti all’uomo. Dal proprio zaino Amri ha estratto una calibro 22 già carica e ha fatto fuoco colpendo uno dei due agenti. Il secondo agente ha risposto al fuoco ferendo mortalmente Amri. L’uomo è stato soccorso dal 118, ma è morto nel giro di pochi minuti.
Si presume che la calibro 22 in possesso di Amri sia la stessa arma usata per uccidere il conducente del camion usato per l’attentato di Berlino.
L’identità del sospetto è stata verificata attraverso il controllo delle impronte digitali. Solo all’alba di questa mattina è arrivata la conferma che si trattasse di Anis Amri, cioè l’uomo ricercato dalle autorità tedesche per l’attentato di Berlino.
Si presume che Amri sia passato per la Francia. L’unica cosa che il questore ha potuto confermare è che all’una di notte era alla stazione Centrale di Milano. Come è arrivato a Sesto San Giovanni e cosa faceva lì è ancora materia di indagine.
Non aveva altre armi né telefoni. Aveva in tasca qualche centinaio di euro.
Le parole del ministero dell’interno tedesco
Parlando a una conferenza stampa a Berlino, Tobias Platte, portavoce del ministero dell’interno tedesco, ha definito “un sollievo” la notizia della morte di Anis Amri. “Si moltiplicano le indicazioni sul fatto che si trattasse veramente di quella persona. Se sarà confermato, allora il ministero dell’interno sarà sollevato dal fatto che questa persona non rappresenti più un pericolo”.
Chi era Anis Amri
Cosa sappiamo della morte di Anis Amri
Il ministro dell’interno italiano ha confermato che Anis Amri, ritenuto il responsabile dell’attentato del 19 dicembre a Berlino, è morto durante un conflitto a fuoco con le forze dell’ordine italiane a Sesto San Giovanni, un comune alle porte di Milano. Ecco cos’ha detto in sintesi:
Il governo italiano conferma che Anis Amri è morto
Il ministro dell'interno Marco Minniti ha confermato che la persona uccisa dalla polizia a Milano %C3%A8 Anis Amri. %3Ca href=%22https://t.co/xDGhDAvpY4%22%3Ehttps://t.co/xDGhDAvpY4%3C/a%3E
— Internazionale (@Internazionale) 23 dicembre 2016
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