Sommario

I ragazzi di Putin

Hanno vent’anni. Amano Putin e il loro paese. Sono il più grande movimento giovanile russo. Uno strumento di potere nelle mani del Cremlino

733 (29 febbbraio/6 marzo 2008)
733 (29 febbbraio/6 marzo 2008)

In copertina

I ragazzi di Putin

Hanno vent’anni, amano Vladimir Putin e il loro paese. Sono i Nashi, il più grande movimento giovanile russo. Uno strumento di potere e consenso nelle mani del Cremlino

Opinioni

Vicini dimenticati

Americhe

Macri rivoluziona Buenos Aires

Opinioni

I nuovi anni settanta

Idee

I film siamo noi

I genitori vanno poco al cinema, perché per nessun film al mondo vale la pena di saltare la cena. A parte, forse, Quarto potere

Africa e Medio Oriente

Parte da lontano la violenza in Kenya

Cultura

Vedere Persepolis a Teheran

La censura iraniana ha tagliato venti minuti dal film di Marjane Satrapi. Ma il dvd pirata, in versione integrale, si diffonde tra i giovani e scatena il dibattito

Cultura

Cinema, libri, musica, tv

Opinioni

Bella Lee!

Attualità

Ortodossia riformista

Raúl Castro ha un compito preciso: far funzionare per la prima volta in quasi cinquant’anni il sistema ideato dal fratello. Per riuscirci deve puntare sulle riforme

Economia e lavoro

Una banca affidata alle cure dello stato

Opinioni

269

In copertina

Il presidente dimezzato

Con ogni probabilità il 2 marzo Dmitrij Medvedev sarà eletto al Cremlino e Vladimir Putin diventerà premier. Un rischio per la stabilità del potere

Asia e Pacifico

Le diseguaglianze del Giappone

Venezuela

Chávez, le Farc e la via della coca

Il Venezuela è diventato il rifugio della guerriglia colombiana. Che può contare sull’appoggio delle autorità locali per far uscire la droga dal paese e spedirla in Europa. Un’inchiesta di John Carlin

Viaggi

La natura su tutto

Alla scoperta delle rive tranquille del lago Malawi, degli spiriti del monte Mulanje e dei grandi alberi della città di Blantyre

Portfolio

Non profit sommerso

Le foto dell’agenzia PhotoAid

Ritratti

Djoko Pekik. Vendetta sulla tela

È stato perseguitato dal regime di Suharto perché era un pittore comunista. Ma grazie alla sua arte è riuscito a vendicarsi e a diventare molto ricco

Opinioni

Freegan

Rose

“Le notizie separate dai fatti” potrebbe essere lo slogan dei giornali d’oggi: il 25 febbraio il New York Times ha pubblicato in prima pagina un articolo spiegando che molte persone temono per la vita di Barack Obama. Funzionari dei servizi di sicurezza americani? No, “due sorelle del Colorado che ogni giorno pregano per la sua vita”. La scomparsa dei fatti è un fenomeno che si verifica a tutte le latitudini e sempre più spesso. Anche per questo è importante un film come Vogliamo anche le rose. Il nuovo documentario di Alina Marazzi uscirà nei cinema italiani il 7 marzo. Si basa su straordinari filmati d’archivio e sui diari privati di Anita, Teresa e Valentina, tre ragazze nell’Italia degli anni sessanta e settanta. È una fotografia chiara e nitida di un paese dove le donne non avevano nessuna voce in capitolo. Un paese dove non è vero che si viveva meglio. Soprattutto perché i diritti civili che oggi alcuni vogliono rimettere in discussione non erano ancora stati conquistati. Leggi

Stati Uniti

Gli uomini nella casa

A Coram, una cittadina di Long Island, vivono 45 condannati per reati sessuali. Sono in libertà vigilata. E sette di loro abitano insieme come una famiglia

Opinioni

Dal barbiere

Società

Contro Facebook

È il sito di social networking più famoso di internet. Ma i suoi finanziatori sono dei neocon di destra vicini alla Cia. E vendono alle multinazionali i dati degli utenti

Europa

Il castello fatato dell’Unione europea

Opinioni

Un simpatico antieroe

Opinioni

Un cattivo papà

Opinioni

Una protesta inutile

Graphic journalism

Cartoline da Beirut

Un fumetto di Mazen Kerbaj

Opinioni

Due ricordi per Pinelli

Scienza e tecnologia

Sulle tracce delle false medicine

Attualità

A Cuba è cominciata la rivoluzione di Raúl

Dopo il passaggio di consegne a Raúl Castro il futuro dell’isola rimane un punto interrogativo. Molti cubani temono le conseguenze della transizione. E pensano che senza il líder máximo la sovranità dell’isola sia in pericolo

Aquiloni assassini?

Le pallottole vaganti, lasciava intendere il giornale, erano forse il frutto di un regolamento di conti. Leggi

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