08 marzo 2017 10:36

“Si era sempre pensato che la musica popolare non ci fosse in città, che fosse una cosa legata al mondo rurale. Poi uno comincia a girare per la città e trova musicisti dietro ogni angolo. E questi musicisti sono romeni, senegalesi, nigeriani. Ti accorgi che la musica è tornata ed è stata portata dai cosiddetti forestieri”, dice lo storico Alessandro Portelli.

Il progetto Roma forestiera è nato nel 2009 grazie al Circolo Gianni Bosio, un’associazione culturale fondata negli anni settanta. Il suo obiettivo è archiviare, studiare e diffondere la musica dei migranti che vivono in Italia. Lo storico Alessandro Portelli e la musicologa Sara Modigliani sono andati in giro per le strade, le moschee e le scuole della città, scoprendo nuove musiche provenienti dal Bangladesh, dalla Romania, dal Senegal, dall’Ecuador. Hanno creato il più grande archivio sonoro di musica migrante in Europa. Roma forestiera è anche il titolo di una collana di dischi inaugurata nel 2011, con l’uscita del primo volume Istaranyeri.

Come sostiene Alessandro Portelli, a Roma è in corso una rinascita della musica popolare, soprattutto grazie ai migranti. Lo dimostrano le storie della romena Roxana Ene, appassionata di canzoni in romanesco, dei rifugiati politici curdi Hevi Dilara e Serhat Akbal, che omaggiano la loro terra d’origine con brani d’amore e di protesta, e della bangladese Sushmita Sultana, che mescola la tradizione del suo paese con quella europea e statunitense.

Il successo di questa esperienza ha portato alla nascita del coro multietnico Romolo Balzani, promosso dalla scuola Iqbal Masih, che si riunisce una volta alla settimana in una scuola romana del quartiere di Torpignattara, e al quale partecipano adulti e bambini. Il coro, fondato da Sara Modigliani, da un anno è diretto proprio da Sushmita Sultana e Roxana Ene.

Questo video è stato girato al circolo Gianni Bosio e alla Casa internazionale delle donne, dove il 16 febbraio si è tenuto un concerto organizzato da Roma forestiera.