L’11 luglio Eni ha comunicato che Gazprom ha ridotto le forniture di gas all’Italia del 30 per cento, che in valore assoluto equivale a 10 milioni di metri cubi al giorno. La motivazione fornita è che, a causa delle sanzioni, mancherebbero pezzi di ricambio per la manutenzione dei gasdotti.

Lo stesso giorno il ministero della transizione ecologica ha dichiarato in una nota che il governo mantiene lo stato di preallerta necessario al monitoraggio costante dei flussi per evitare misure emergenziali.

Secondo le ultime previsioni sui flussi di Snam, uno dei principali operatori europei nel trasporto e nello stoccaggio di gas naturale, a oggi i flussi di gas dall’Algeria sarebbero più che doppi rispetto a quelli in arrivo dalla Russia. Alla cena con la stampa estera il presidente del consiglio Mario Draghi ha dichiarato che “la dipendenza dell’Italia dal gas russo è molto diminuita. Era il 45 per cento delle importazioni l’anno scorso, ora è il 25 per cento”.

Intanto, secondo la relazione annuale dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera), nel 2021 il consumo di gas naturale è aumentato di 5,6 miliardi di metri cubi, attestandosi a 74,1 miliardi di metri cubi (+8,1 per cento rispetto al 2020), mentre la produzione nazionale ha registrato il minimo storico, crollando del 16,7 per cento rispetto al 2020.

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