Cultura Schermi
Full time. Al cento per cento
Éric Gravel, Laure Calamy, Anne Suarez
Francia 2021, 85’. In sala
Full time. Al cento per cento (DR)

Una donna sta dormendo. La cinepresa la riprende da vicino, dolcemente. Sarà l’unico momento in cui Julie non corre, senza fiato, contro il mondo e contro il tempo. Poi suona la sveglia e comincia la corsa di questa madre single che ha scelto di crescere i figli in periferia, ma lavora a Parigi, cameriera in una residenza di lusso. La durissima routine di Julie? Creare calma, lusso e voluttà per i suoi clienti capricciosi, senza mai compiere passi falsi, basando la sua organizzazione sul filo teso e sugli orari dei trasporti pubblici. L’impresa sembra diventare impossibile quando uno sciopero paralizza autobus e treni. Arrivare puntuale al lavoro, sgattaiolare via per un colloquio in un posto migliore, recuperare i figli in autostop. Un thriller della quotidianità, spaventoso. Sostenuto dalla musica elettronica di Irène Drésel, Éric Gravel riesce in un lavoro di fine oreficeria. Nel ruolo della protagonista, velocista senza medaglie, Laure Calamy suscita un’ammirazione fisica e realista. La nuova Annie Girardot del cinema francese fa nostri i suoi travagli e le sue aspirazioni.
Guillemette Odicino, Télérama

I segni del cuore
Emilia Jones, Marlee Matlin, Troy Kotsur
Francia / Canada / Stati Uniti 2021, 111’. In sala/Sky cinema/Now Tv

Ruby (Emilia Jones) è una timida adolescente di Gloucester, in Massachusetts. È l’unica udente della sua turbolenta famiglia. Aiuta i suoi genitori (Marlee Matlin e Troy Kotsur) come interprete e ogni giorno prima della scuola dà una mano sul peschereccio di famiglia. È esausta. Da sempre è stata il ponte tra i suoi familiari e il mondo degli udenti. Ma la passione che Ruby ha scoperto di avere per il canto potrebbe diventare la cosa più difficile da capire a casa. Appesantito da una trama estremamente prevedibile, questo remake del film francese La famiglia Bélier rappresenta un’ottima opportunità per apprezzare l’espressività della lingua dei segni. In più di un’occasione e a volte in modo improvviso Sîan Heder sposta il punto di vista su uno dei personaggi sordi (tutti interpretati da attori sordi) permettendoci di sperimentare l’isolamento a volte soffocante di un mondo silenzioso. In momenti come questi, quando gli aspetti da commedia si placano, s’intravedono le potenzialità di un film che avrebbe potuto essere più sorprendente.
Jeannette Catsoulis, The New York Times

Una vita in fuga
Dylan Penn, Josh Brolin
Stati Uniti 2021, 108’. In sala

Jennifer (Dylan Penn) è la figlia di John (Sean Penn), criminale incallito e padre eternamente in difetto. Quando Jennifer viene a sapere che John è stato ucciso dalla polizia ripercorre il loro complicato ma amorevole rapporto. Lungi dall’essere il miglior film di Sean Penn, Una vita in fuga non è neanche il peggiore (difficilmente Penn potrà scendere al di sotto di Il tuo ultimo sguardo). Sicuramente è una perfetta vetrina per mostrare le qualità di attrice di sua figlia Dylan. Anche perché, comparendo per la prima volta in un film di cui è regista, Sean si è concesso ogni tipo di eccesso attoriale. Il risultato è il trionfo di Dylan Penn, in un dramma sostanzialmente noioso.
Olly Richards, Empire

Lamb
Noomi Rapace
Islanda / Svezia / Polonia 2021, 106’. In sala
Lamb (dr)

Pétur (Björn Hlynur Haraldsson) va a trovare il fratello Ingvar (Hilmir Snær Guðnason) nella fattoria isolata nella campagna islandese, dove vive con la moglie Maria (Noomi Rapace). Al momento del pranzo rimane molto sorpreso nel trovare un terzo invitato a tavola: “Che cazzo è questo?”, s’interroga Pétur. La stessa domanda potrebbe porsela chi assiste al divertente e folle film di debutto del regista islandese Valdimar Jóhannsson. All’inizio del film, la coppia di hipster Ingvar e Maria aiuta una pecora a partorire. Poi però danno un nome all’agnellino, Ada, e se lo portano a casa. Lamb non è proprio un horror, anche se flirta con il genere. Un costante senso di pericolo minaccia i personaggi. Quando Ada scompare, Maria impazzisce di paura e rabbia materna. La misteriosa sparizione fa pensare al peggio e quando ogni cosa è rivelata non manca un tocco di umorismo nero. Si ride a crepapelle per l’audacia del film, che però con il tempo può far venire gli incubi.
Simran Hans, The Observer

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1454 - 1 aprile 2022
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