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Sergio Mattarella è il nuovo presidente della repubblica

Sergio Mattarella ha raggiunto il quorum dei 505 voti alla quarta votazione ed è il nuovo presidente della repubblica

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Matteo Renzi trionfa e Forza Italia si spacca

Berlusconi durante il suo discorso a Roma, il 4 agosto 2013.

Sergio Mattarella è stato eletto con 665 voti, molti di più dei 505 necessari per farcela alla quarta votazione, solo otto voti in meno rispetto al quorum dei due terzi, che serviva per essere eletto nei primi tre scrutini.

Mattarella ha ricevuto il consenso e il sostegno della maggioranza dei grandi elettori appartenenti a tutti gli schieramenti. In mattinata la sua candidatura era stata appoggiata anche dal Nuovo centrodestra, ma Forza Italia aveva confermato che avrebbe votato scheda bianca. Tuttavia a una prima analisi sembrerebbe che per Mattarella abbiano votato anche alcuni grandi elettori del partito di Silvio Berlusconi, facendo emergere le tensioni e le divisioni che attraversano il centrodestra. Le schede bianche sono state 105, mentre i voti di Forza Italia avrebbero dovuto essere 142.

All’uscita dall’aula la deputata Michaela Biancofiore ha affermato: “C’è una dialettica all’interno di Forza Italia, vedremo se ci sarà una spaccatura nei prossimi giorni. Il voto di oggi ha messo in evidenza una grande verità molto sentita all’interno del partito. Siamo stufi di essere eterodiretti da persone che non si confrontano all’interno del partito, nel caso specifico parlo del senatore Verdini. Denis Verdini ha distrutto molto del partito dal punto di vista dell’organizzazione territoriale e anche del consenso popolare”.

Secondo gli analisti, all’interno di Forza Italia è diventata più battagliera una corrente guidata da Raffaele Fitto, che aveva già accusato negli ultimi mesi Berlusconi di farsi dettare la linea dal leader del Pd Matteo Renzi. La giornalista dell’Agi Serenella Ronda ha spiegato: “Alcuni, tra cui Gianni Letta, avevano consigliato a Berlusconi di votare al primo scrutinio per Sergio Mattarella, anche per intestarsi la sua candidatura, furbescamente, fin dall’inizio”.

“Berlusconi ha fatto un grosso errore a non seguire il consiglio, ma voleva ricomporre il suo partito che è molto diviso”, ha spiegato la giornalista. “C’è tutta una parte di parlamentari di Forza Italia, i cosiddetti ‘fittiani’, che hanno contestato fin dall’inizio questa linea ‘buonista’ nei confronti di Matteo Renzi da parte di Silvio Berlusconi sulla legge elettorale e sulle riforme, e ora è arrivata la resa dei conti, perché Berlusconi ha concesso a Renzi una legge elettorale che non gli piace per niente, ma in cambio non ha avuto niente”, ha detto Ronda.

Se per Forza Italia le cose vanno male, anche per il Nuovo centrodestra non vanno benissimo. Nelle ultime ore si sono dimessi dalle loro cariche il capogruppo al senato di Ncd, Maurizio Sacconi, e la portavoce Barbara Saltamartini in aperta opposizione alla decisione di Angelino Alfano di votare per Sergio Mattarella. Durante gli applausi per l’elezione di Mattarella dirigenti di primo piano dell’Ncd come Nunzia De Girolamo, Gaetano Quagliariello e Fabrizio Cicchitto non hanno applaudito.

Secondo il giornalista Gianni Riotta: “Il Nuovo centrodestra non ha ancora trovato una sua ragion d’essere al di fuori della sua fuoriuscita da Forza Italia, ed è completamente succube di Matteo Renzi dal punto di vista dell’immagine e privo di iniziativa politica. Da questa elezione presidenziale è uscito ridicolizzato e marginalizzato”.

Il Partito democratico e tutto il centrosinistra hanno affrontato le elezioni del presidente della repubblica con timore e tremore per il ricordo della Caporetto che si consumò nel 2013 tra gli scranni di Montecitorio, quando 101 grandi elettori del Pd affossarono la candidatura di Romano Prodi alla presidenza della repubblica.

Questa volta, tuttavia, il centrosinistra è uscito vincitore dalle elezioni del presidente, il leader del Pd Matteo Renzi è riuscito a ricompattare il suo schieramento intorno alla candidatura di Sergio Mattarella, ricucendo i rapporti con Sinistra ecologia libertà, con la minoranza del Partito democratico e con Scelta civica, e soprattutto evitando il fuoco amico dei franchi tiratori. La disfatta, due anni dopo, è a destra.

Annalisa Camilli, Internazionale

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