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La Birmania lancia la prima missione di soccorso dei migranti nel mare delle Andamane

La Birmania ha avviato un’operazione di soccorso per i migranti dispersi nel mare delle Andamane. Ma secondo il governo si tratta di bangladesi, non di rohingya

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La Birmania ha dichiarato che dovrà verificare la provenienza dei migranti salvati

L’operazione di soccorso portata avanti dalla marina birmana per il recupero delle imbarcazioni dei migranti nel mare delle Andamane ha portato in salvo 200 “bengali”, il termine che il governo usa per designare i rohingya musulmani. Lo ha dichiarato il governatore dello stato di Rakhine, dove sono sbarcati i migranti.

Il governo ha sottolineato il fatto che solo ai cittadini della Birmania sarà permesso restare nel paese e che la verifica dell’identità delle persone salvate è in corso. Secondo un post pubblicato su Facebook dal ministero dell’informazione, i migranti provengono da una barca che era ferma nelle acque bangladesi, al largo delle coste di Rakhine.

Secondo il generale Min Aung Hlaing i migranti sarebbero fuggiti dal Bangladesh, ma si dichiarano rohingya per ricevere aiuto dalle Nazioni Unite e ottenere lo status di rifugiati. I migranti sono in mare da diversi giorni e rischiano di morire per malattie e fame. La Malesia e l’Indonesia hanno accettato di far attraccare le imbarcazioni, ma non di accogliere i migranti.

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