×

Fornisci il consenso ai cookie

Internazionale usa i cookie per mostrare alcuni contenuti esterni e proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso, consulta questa pagina.

Trovato un accordo tra Iran e grandi potenze sul nucleare

Altri 27 aggiornamenti

Cosa prevede l’accordo sul nucleare tra l’Iran e le grandi potenze

La conferenza finale del vertice tra il gruppo dei 5+1 e l’Iran a Vienna.

Ecco i punti principali previsti dall’accordo tra l’Iran e le grandi potenze siglato il 14 luglio a Vienna.

  • L’Iran ridurrà le sue capacità di arricchimento dell’uranio di due terzi. Si fermerà l’impianto per l’arricchimento dell’uranio di Fordow.
  • Le scorte di uranio a basso arricchimento saranno ridotte a 300 chili, che corrispondono al 96 per cento in meno. Questo risultato sarà ottenuto o diluendolo o spedendo una parte delle scorte fuori dal paese.
  • Il nucleo del reattore della centrale nucleare di Arak sarà rimosso, e sarà progettato in modo che non possa produrre quantità significative di plutonio.
  • L’Iran permetterà agli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) di entrare nei siti nucleari, anche in quelli militari, nel caso in cui l’Onu sospettasse delle attività legate all’arricchimento dell’uranio. Una commissione indipendente valuterà caso per caso e l’Iran avrà tre giorni per dare l’autorizzazione. Gli ispettori potranno provenire solo da un paese che ha relazioni diplomatiche con l’Iran.
  • Una volta che l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) avrà verificato che l’Iran ha attuato il piano nucleare concordato, le Nazioni Unite, gli Stati Uniti e l’Unione europea toglieranno le sanzioni.
  • Le restrizioni al commercio di armi con l’Iran rimarranno in vigore per altri cinque anni, quelle per i missili e la tecnologia balistica per otto anni.
  • Se ci fossero sospetti che l’Iran non ha rispettato gli accordi sul nucleare, una commissione cercherà di risolvere la questione entro i successivi 30 giorni. Se la commissione non dovesse riuscire a risolvere il conflitto, la competenza passerebbe al Consiglio di sicurezza dell’Onu. Il veto di un membro permanente del Consiglio significherebbe la reintroduzione delle sanzioni.
pubblicità