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In America Latina le donne colpite dallo zika non possono abortire

Una donna brasiliana, Angelica Pereira, con suo figlio. Pereira ha contratto il virus zika quando era incinta del bambino. (Felipe Dana, Ap/Ansa)

Alle donne di tutta l’America Latina è stato consigliato di evitare le gravidanze, a causa del timore che il virus zika, in rapida diffusione, possa provocare gravi malformazioni cerebrali nei feti. Ma l’aborto è illegale in buona parte della regione e le possibilità a disposizione delle donne che sono già incinte sono poche.

Nel frattempo i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) degli Stati Uniti hanno diffuso una guida di viaggio per le donne statunitensi incinte e per quelle in età fertile, chiedendo di non visitare i luoghi nei quali il virus è attualmente diffuso.

Secondo la guida, i paesi e territori del continente americano dove l’epidemia di zika è in corso sono ventidue: Barbados, Bolivia, Brasile, Colombia, Repubblica Dominicana, Ecuador, El Salvador, Guyana Francese, Guadalupa, Guatemala, Guyana, Haiti, Honduras, Martinica, Messico, Panama, Paraguay, Porto Rico, Saint Martin, Suriname, Isole vergini degli Stati Uniti e Venezuela.

La legge sull’aborto nei paesi colpiti dallo Zika

Fonti: Center for reproductive rights (Centro per i diritti riproduttivi), Amnesty e Human Rights Watch.

Barbados: l’aborto è illegale ma consentito in caso di malformazione del feto, incesto o stupro. Tuttavia per sottoporsi all’intervento è necessaria l’autorizzazione dei genitori.

Bolivia: l’aborto è illegale, consentito solo in caso di stupro o incesto.

Brasile: l’aborto è illegale ed è punito con il carcere da uno a dieci anni, ma è consentito in caso di pericolo di vita per la donna o se la gravidanza è la conseguenza di uno stupro o di un incesto.

Colombia: l’aborto è proibito. Tuttavia le pene previste per chi infrange la legge sono più basse, quando la gravidanza è la conseguenza di uno stupro o di un’inseminazione artificiale non consenziente. In Colombia gli aborti illegali ogni anno sono 450mila, e l’interruzione di gravidanza (igv) in condizioni igieniche precarie è una delle principali cause di mortalità materna, secondo Human Rights Watch.

Repubblica Dominicana: l’aborto è illegale, senza alcuna esplicita eccezione relativa al rischio di morte della donna.

Ecuador: l’aborto è illegale e punibile con l’incarcerazione da tre a sei anni, ma consentito se esiste un pericolo per la vita o la salute della madre, o se la gravidanza è la conseguenza di uno stupro.

El Salvador: l’aborto è illegale e le disposizioni che prevedevano delle eccezioni, come la necessità di salvare la vita di una donna, sono state abolite.

Guyana francese: l’aborto è consentito senza limitazioni.

Guadalupa: l’aborto è consentito nelle prime 12 settimane di gravidanza, o anche in seguito se eseguito per motivi medici.

Guatemala: l’aborto è illegale e punibile con il carcere da uno ai tre anni, ma sono previste eccezioni se è finalizzato a salvare la vita della madre.

Guyana: l’aborto è consentito nelle prime otto settimane di gestazione.

Haiti: l’aborto è illegale e non sono previste eccezioni relative al pericolo di vita della madre.

Honduras: l’aborto è illegale e non sono previste eccezioni relative al pericolo di vita della madre.

Martinica: l’aborto è consentito nelle prime dodici settimane di gravidanza, o anche in seguito se eseguito per motivi medici.

Messico: l’aborto è stato considerato un reato in Messico almeno fin dal 1931, ed è punibile con pene che vanno dai tre agli otto anni di detenzione. Le sanzioni penali sono escluse solo per gli aborti successivi a stupri o laddove la vita della donna potrebbe essere in pericolo.

Panama: l’aborto è illegale ma permesso, con autorizzazione dei genitori, in caso di malformazioni fetali o per salvare la vita della madre.

Paraguay: l’aborto è illegale ma è consentito qualora sia necessario a salvare la vita di una donna.

Puerto Rico: secondo il diritto costituzionale degli Stati Uniti, che è valido sul suo territorio portoricano, l’aborto è consentito. Tuttavia a Puerto Rico è in vigore anche una legge che proibisce l’igv a meno che non sia necessaria per proteggere la salute della donna, e prevede pene detentive di due anni. Non è chiaro quale delle due norme prevalga sull’altra.

Saint Martin: l’aborto è consentito nelle prime dodici settimane di gravidanza, o anche in seguito se eseguito per motivi medici.

Suriname: l’aborto è proibito e non ci sono esplicite disposizioni per salvare la vita di una donna incinta qualora sia in pericolo.

Isole Vergini degli Stati Uniti: l’aborto è proibito a meno che non sia necessario per salvare la vita della donna o qualora il feto rischi di nascere con gravi malformazioni fisiche o mentali.

Venezuela: l’aborto è illegale ma consentito se la vita della donna è in pericolo.

La legge sull’aborto nei paesi che non sono stati colpiti dallo Zika

Argentina: l’aborto è considerato un reato nel paese. L’attuale codice penale prevede solo due casi in cui non sono previste pene: quando la vita o la salute della donna incinta sono in pericolo, o quando la gravidanza è il risultato dello stupro di una donna con disabilità.

Peru: l’aborto è illegale e punibile con il carcere fino a due anni o con la condanna a una pena alternativa come i servizi sociali per un periodo compreso tra 52 e 104 giorni, a meno che la gravidanza sia il frutto di uno stupro o quando il feto rischia di nascere con gravi malformazioni fisiche o psicologiche.

Cile: l’aborto è un reato nel paese dal 1874. Il codice penale ancora in vigore proibisce l’aborto in qualsiasi circostanza. Tutte le eccezioni relative a pericoli di salute o di vita per le donne incinte sono state abolite dal dittatore Augusto Pinochet.

Cuba: l’aborto è legale.

Nicaragua: l’aborto è illegale e le disposizioni relative a possibili eccezioni, come la necessità di salvare la vita della madre, sono state abolite.

Costa Rica: l’aborto è un crimine punibile con l’incarcerazione dai tre ai dieci anni, salvo quando la vita della madre è in pericolo.

Uruguay: l’aborto è legale.

Bahamas: l’aborto è illegale, salvo che per motivi di salute.

Stati Uniti: sebbene l’aborto sia legale nel paese, non è facile ricorrere all’interruzione di grvidanza. Molte donne e ragazze devono affrontare grossi ostacoli legali o economici per potersi sottoporre all’operazione, a causa di regole complesse, mancanza di personale medico e di fondi. Inoltre le norme che regolano l’aborto cambiano di stato in stato.

(Traduzione Federico Ferrone)

Questo articolo è stato pubblicato dal Guardian.

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