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L’Australia vuole negare per sempre il visto ai migranti arrivati senza documenti

Migranti arenati a Lhoknga, nella provincia indonesiana di Aceh, il 14 giugno 2016. Il gruppo era diretto in Australia. (Irwansyah Putra, Antara Foto/Reuters/Contrasto)

L’Australia ha provocato di nuovo l’indignazione delle organizzazioni di difesa dei diritti umani. Già noto per l’intransigenza della sua politica migratoria, il governo di Canberra ha proposto misure ancora più rigide per contrastare l’immigrazione irregolare. Il primo ministro conservatore Malcolm Turnbull ha infatti annunciato di voler vietare per sempre l’accesso al territorio australiano ai profughi o ai richiedenti asilo arrivati via mare senza visto d’ingresso.

Il provvedimento si applicherebbe a qualunque successiva richiesta di visto, anche per motivi turistici, professionali o familiari. Secondo molti questa misura è contraria agli obblighi internazionali che Canberra è tenuta a rispettare. Ma il ministro dell’immigrazione Peter Dutton respinge queste obiezioni. Oggi i migranti arrivati via mare in territorio australiano sono inviati nei campi di Manu, in Papua Nuova Guinea, o sull’isola di Nauru, dove sono costretti a vivere in condizioni molto dure. Ma questo non basta a far cambiare idea al governo australiano, che vuole soprattutto “dare un messaggio forte ai trafficanti di esseri umani”.

Prigione a cielo aperto
A metà ottobre Amnesty international ha criticato la situazione a Nauru, una “prigione a cielo aperto”, dove le cure mediche sono insufficienti e si moltiplicano i tentativi di suicidio, anche tra i minori. Per diventare legge, la proposta deve ancora ottenere l’approvazione del senato, dove il governo non ha la maggioranza. Le opinioni sull’argomento sono molto diverse. Alcuni giudicano l’iniziativa necessaria, altri invece la criticano, come l’avvocata Pamela Curr, che sostiene: “Un tempo l’Australia era un paese che offriva protezione, oggi è un paese che offre persecuzione”.

L’ex primo ministro laburista Kevin Rudd critica la “follia” di Turnbull, probabilmente motivata dalla volontà di accontentare la corrente più reazionaria del suo partito dopo la sua “esperienza di morte imminente” alle ultime elezioni politiche. Dichiarazioni ipocrite, fa notare il giornalista Tony Wright, visto che lo stesso Rudd aveva applicato più o meno le stesse politiche quando era al potere.

(Traduzione di Andrea De Ritis)

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