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Gulliver

È il blog dell’Economist che si occupa di viaggi.

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Nelle camere d’albergo è in corso una guerra fredda con i termostati

Getty Images

I placebo sono ovunque. Le case farmaceutiche vendono pillole rosse perché i clienti sono convinti che siano più potenti di quelle bianche. Spingere il pulsante del semaforo ad alcuni attraversamenti pedonali non determina la comparsa dell’omino verde, ma ci fa sentire proattivi. E il pulsante per la “chiusura delle porte” in un ascensore ha l’unico scopo di placare la frustrazione di utenti impazienti.

A questa lista dobbiamo aggiungere un altro placebo: i comandi del termostato nelle stanze d’albergo. Un’indagine del Wall Street Journal ha confermato ciò che molti di noi sapevano già nel profondo del cuore: “Non è frutto della vostra immaginazione. I termostati degli alberghi spesso non sono sotto il vostro controllo”.

Scrive il Wall Street Journal:

L’umile termostato da parete dell’albergo, che un tempo serviva solo a rilevare la temperatura e a regolare la velocità delle pale del ventilatore, è diventato un rilevatore di calore e un sensore di movimento a infrarossi collegato in wi-fi al sistema centrale programmato per abbassare le spese riducendo il consumo di energia. Molti sono collegati a interruttori della porta e si spengono quando gli ospiti lasciano la stanza, o addirittura aprono una finestra o una porta sul balcone.

Il New York Hilton ha un sistema che mantiene le stanze vuote a una temperatura di 25° gradi e regola automaticamente il termostato a 23° gradi quando un ospite effettua la registrazione. Il sistema raffredda la stanza in cinque minuti circa. Complessivamente, dal 2009 i sistemi di controllo della temperatura hanno consentito alla catena Hilton di ridurre i consumi di energia del 14 per cento.

I termostati vecchio stile a quanto pare sono stati aggiornati in modo da poter essere controllati da un sistema centralizzato. In altre parole, armeggiare con i pulsanti non modificherà in alcun modo la temperatura anche se, tenuto conto dell’efficacia dei placebo, alcune persone avvertiranno un inesistente rinfrescamento o un riscaldamento della stanza.

Gli ospiti però si stanno ribellando. Ci sono blog che spiegano come avere la meglio sui sistemi e riprendere il controllo della temperatura. Su YouTube ci sono video che spiegano le procedure per beffare modelli specifici. Alcuni viaggiatori abituali hanno dichiarato di non voler più alloggiare in edifici che non consentano loro di avere il pieno controllo della temperatura.

Potere al popolo, direte voi. Tuttavia negli alberghi si spreca moltissima energia. Gli ospiti non pagano un extra per l’acqua o l’elettricità che consumano. Pagano però collettivamente per gli eccessi di tutti gli altri ospiti. La conseguenza razionale, perciò, è che tutti si comportino in modo eccessivo. E gli ospiti degli alberghi, molti dei quali stanno facendo delle vacanze per le quali hanno sudato tanto, vogliono sentirsi coccolati. Per molti di loro non valgono le normali regole dell’uso responsabile di elettricità. E a soffrirne è anche il pianeta.

Ognuno per sé
In altri termini, non ci si può fidare delle persone. I direttori degli alberghi nei paesi caldi per esempio si lamentano di ospiti che, quando escono per l’intera giornata, inseriscono un biglietto da visita nelle fessure della chiave che controllano l’elettricità della stanza. Così possono tenere al massimo il condizionatore anche quando non ci sono e non sono costretti, al rientro, a restare appiccicosi nei pochi minuti necessari perché la temperatura si abbassi. Il costo di tutta quell’elettricità extra sarà spalmato in modo uniforme sul conto dei futuri ospiti. I sensori di movimento nella stanza sembrano un’alternativa ragionevole. E, almeno in teoria, risparmiare sui costi è un beneficio per tutti, perché la gente non può più abusare del sistema.

Tutto questo suona fantastico. Ma chiunque abbia mai condiviso una casa sa che è possibile raggiungere compromessi su quasi tutti gli aspetti della vita in comune, dal programma da guardare in televisione al colore delle pareti. L’unica eccezione è la temperatura. E se le coppie non riescono a mettersi d’accordo sulla giusta regolazione del termostato, che possibilità possono mai avere gli ospiti di un grande albergo? L’unica risposta, come sa qualsiasi persona dotata di buon senso, è tenere la temperatura sotto i 20 gradi e dire a tutti quelli che si lamentano di indossare un altro strato di vestiti.

(Traduzione di Giusy Muzzopappa)

Questo articolo di B. R. è stato pubblicato sul blog Gulliver dell’Economist.

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