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La strage di Hanau nasce dalla violenza della nuova estrema destra

Uno dei locali attaccati a Hanau, in Germania, 20 febbraio 2020. (Michael Probst, Ap/LaPresse)

Nel corso di una recente cerimonia in ricordo delle vittime dei nazisti che si è tenuta a Berlino, Frank-Walter Steinmeier, presidente della Germania, ha lanciato un cupo monito: “L’odio e la violenza si stanno diffondendo”, ha detto, di fronte a un pubblico tra cui si trovava il suo omologo israeliano. Dopo aver immaginato che “gli spettri del passato sarebbero scomparsi col tempo”, i tedeschi ora li vedono “alzare di nuovo le loro spaventose teste, assumendo una nuova forma”.

Una serie di attacchi con armi da fuoco nella città di Hanau, vicino a Francoforte, sembra aver dato tristemente ragione a Steinmeier. La notte del 19 febbraio un uomo armato ha attaccato due locali di narghilè, uccidendo nove persone. Tutte le vittime avevano, per usare l’espressione tedesca, “origine migrante”, così come la maggior parte dei feriti. Cinque delle persone colpite sono cittadini turchi. Il procuratore federale ha dichiarato che l’autore ha agito per motivazioni razziste. Poche ore dopo gli attacchi, la polizia ha ritrovato il cadavere del sospetto nella casa di quest’ultimo, insieme a quello di sua madre.

Diversi politici tedeschi hanno rilevato che il massacro s’inserisce in un’inquietante tendenza recente di violenza d’estrema destra. Lo scorso giugno Walter Lübcke, un politico regionale dell’Unione cristiano democratica (Cdu) di Angela Merkel, che aveva appoggiato la sua politica sui rifugiati, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco nella sua casa di Kassel. Il giorno della festa ebraica di Yom kippur, lo scorso ottobre, un giovane si è armato con granate fatte in casa e fucili d’assalto e ha tentato di compiere un massacro in una sinagoga di Halle. Bloccato dalla porta dell’edificio chiusa a chiave, ha rivolto le sue armi verso due passanti innocenti. Settimane dopo, nella stessa città, alcuni uomini armati e non identificati hanno sparato all’ufficio (vuoto) di Karamba Diaby, un deputato socialdemocratico nero, vittima di un flusso costante di minacce di morte.

Alternative für Deutschland ha alimentato tensioni razziali che contribuiscono a un’atmosfera in cui prospera la violenza

La settimana scorsa la polizia tedesca ha smantellato una rete di estremisti che, a loro avviso, stava pianificando una serie di azioni omicide nelle moschee di tutto il paese. Merkel ha collegato gli attacchi di Hanau ad alcuni di questi eventi. “Il razzismo è un veleno, l’odio è un veleno… Ed è la causa di fin troppi crimini”, ha dichiarato.

Le forze di sicurezza tedesche sono accusate dalla sinistra di aver risposto troppo lentamente alla minaccia dell’estrema destra. Alcuni ricordano la Nationalsozialistischer Untergrund (Partito clandestino nazionalisocialista, Nsu), un gruppo neonazista che, tra il 2000 e il 2007, ha ucciso dieci persone, compiendo attentati e rapinando banche senza che la polizia riuscisse a rispondere adeguatamente. Il successivo aumento della violenza islamista ha sicuramente distratto attenzione e risorse, e a ragione: i terroristi islamisti hanno infatti ucciso 17 persone dal 2011, 12 delle quali in un attacco al mercatino di Natale a Berlino nel 2016. Ma la minaccia islamista impallidisce di fronte a quella dell’estrema destra. L’anno scorso le agenzie di intelligence nazionali hanno schedato 32.200 estremisti di estrema destra in Germania. Si sospetta che centinaia di questi si trovino anche all’interno dell’esercito.

Una preoccupazione particolare è invece quella che riguarda il partito d’estrema desta Alternative für Deutschland (Alternativa per la Germania, Afd). Dalla crisi dei rifugiati del 2015-16, l’Afd si è spostato sempre più a destra, alimentando tensioni razziali che, secondo alcuni, contribuiscono a un’atmosfera in cui prospera la violenza. I suoi politici amano ritrarre i locali di narghilè come oscuri centri di riciclaggio di denaro e di altre losche attività. Gli attacchi di Hanau dovrebbero spingere a rafforzare il cordone sanitario che altri partiti hanno eretto intorno all’Afd, che di recente si era indebolito dopo che la Cdu aveva votato insieme al partito d’estrema destra per far cadere un governo di sinistra nello stato orientale della Turingia (la polemica ha fatto cadere Annegret Kramp-Karrenbauer, leader della Cdu ed erede designata di Merkel). Questo problema politico è più profondo a est, eppure, a parte Halle, i più recenti episodi di violenza di estrema destra si sono verificati a ovest.

Nazisti “fai-da-te” su internet
Peter Neumann, esperto di terrorismo presso il King’s College di Londra, distingue tra gruppi neonazisti organizzati – che spesso hanno un lungo passato di violenza ma, se si esclude l’Nsu, raramente hanno compiuto azioni terroristiche a pieno titolo – e gli attacchi più recenti, commessi da singoli individui che hanno elaborato la propria ideologia “fai-da-te” su internet. Al pari del responsabile delle azioni di Halle, pare che il sospetto di Hanau non fosse noto alle autorità e non avesse legami con gruppi organizzati. Al contrario, avrebbe sviluppato le sue convinzioni in un mondo virtuale, su internet, fatto di fantasie razziste e teorie del complotto. Un “manifesto” che avrebbe scritto l’anno scorso, e di cui The Economist ha potuto visionare una copia, invoca la distruzione totale della maggior parte dei paesi del Nordafrica e del Medio Oriente, raccontando accuse paranoiche di sorveglianza e di oscuri complotti.

Le autorità tedesche, comprensibilmente impegnate a eliminare la violenza di estrema destra e orientate verso i tradizionali gruppi neonazisti, potrebbero non avere tutti gli strumenti necessari per gestire tali minacce di nuovo tipo. In effetti, afferma Neumann, l’esperienza tedesca non sembra particolarmente distinta da quella di altri paesi, e cita come esempio i recenti attacchi negli Stati Uniti e in Nuova Zelanda. I sospetti di Halle e Hanau si rivolgevano a un pubblico immaginario, in lingua inglese: i due “si vedono come parte di una comunità globale fatta di persone affini”, sostiene Neumann.

Un particolare pericolo in Germania viene dal fatto che i mondi dei neonazisti organizzati e dei terroristi cresciuti su internet possano iniziare a fondersi. La cellula terroristica smantellata la scorsa settimana era stata assemblata perlopiù attraverso chat room e servizi di messaggistica, e molti dei suoi affiliati non si erano mai incontrati di persona. I servizi di intelligence tedeschi hanno aperto gli occhi tardi di fronte a questo pericolo. Come ha sottolineato il presidente Steinmeier, le vecchie minacce possono assumere una nuova forma.

(Traduzione di Federico Ferrone)

Questo articolo è stato pubblicato sul settimanale britannico The Economist.

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