10 febbraio 2020 15:26

Le recenti elezioni regionali in Turingia hanno sconvolto il mondo politico tedesco. L’ultima conseguenza è la decisione di Annegret Kramp-Karrenbauer – leader dell’Unione cristiano democratica (Cdu) – di dimettersi dalla direzione del partito.

Tutto è cominciato mercoledì 5 febbraio quando Thomas Kemmerich – guida del locale partito liberale Fdp – è stato eletto a sorpresa nuovo presidente del land nella Germania centro-orientale. Il semisconosciuto consigliere ha ottenuto 45 voti, uno in più rispetto al presidente uscente Bodo Ramelow, del partito di sinistra Die Linke. A fargli ottenere la maggioranza ci hanno pensato il partito di estrema destra Alternative für Deutschland (Afd), alcuni consiglieri liberali e alcuni della Cdu, il partito della cancelliera Angela Merkel.

Le reazioni sono state immediate: i liberali hanno espulso Kemmerich dal partito, parlando di un “atto imperdonabile”. La cancelliera ha definito il colpo di mano come un “avvenimento imperdonabile”, una “giornata negativa per la democrazia”. E ha chiarito: “È impensabile che la Cdu possa fare parte di un governo che ha l’appoggio esterno dell’Afd”. Netta la presa di posizione del segretario liberale Christian Lindner: “Meglio non governare affatto che governare male”. Lindner, il cui partito alle elezioni del 23 febbraio ad Amburgo rischia di restare sotto la soglia del cinque per cento, ha chiesto e ricevuto la fiducia nel direttivo del suo partito.

La rottura di un tabù
Il vicecancelliere socialdemocratico Olaf Scholz ha definito gli avvenimenti nel land dell’ex Repubblica Democratica Tedesca (Ddr) come la “rottura di un tabù”. Difficile capire quello che potrà succedere ora al parlamento della capitale Erfurt, dove il prossimo voto è fissato per il 4 marzo. Il presidente uscente Bodo Ramelow punta su una coalizione tra Die Linke, socialdemocratici e verdi, ma può contare solo su 42 voti sicuri dei 46 necessari.

Ramelow non ha alcuna intenzione di accettare i voti della destra estrema. E la Cdu rimanda al mittente l’invito di “prestare qualche voto” al candidato di sinistra. Parecchi osservatori temono che il caso si possa trasformare in una crisi nazionale.

In Germania sta succedendo l’esatto contrario di quello che succede in Italia. Qui Forza Italia, pur facendo parte del Partito popolare europeo (Ppe), è alleata con due partiti decisamente antieuropei e di estrema destra paragonabili ad Alternative für Deutschland. Ad aprile 2019, in occasione delle elezioni europee, il segretario dell’Afd Jörg Meuthen è intervenuto a un comizio a Milano con Salvini, definendolo un “patriota eccezionale”. Ma tutto questo non causa polemiche, dimissioni e prese di distanza.

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