In cima alla montagna nera del carbone
Il consumo globale di carbone sta raggiungendo il picco e potrebbe cominciare a calare nei prossimi cinque anni, afferma l’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) nel suo rapporto Coal 2025.
Nel 2025 la domanda complessiva della fonte di energia più inquinante dovrebbe toccare un nuovo record a 8.845 milioni di tonnellate, lo 0,5 per cento in più rispetto al 2024, ma entro il 2030 dovrebbe ridursi del 3 per cento grazie alla crescita delle fonti rinnovabili, ma anche del gas naturale liquefatto.
Secondo il centro studi Ember, nel 2025 per la prima volta è stata prodotta più energia elettrica dalle fonti rinnovabili che dal carbone.La Iea sottolinea che le sue stime hanno ampi margini d’errore.
L’incertezza dipende soprattutto dall’andamento della domanda in Cina, che consuma più carbone di tutto il resto del mondo messo insieme.
Nel 2025 le emissioni cinesi dovrebbero rimanere più o meno immutate rispetto all’anno precedente, e dovrebbero calare leggermente entro il 2030 grazie alla rapida espansione delle rinnovabili.
Effetto Trump
Secondo il nuovo piano quinquennale che sarà presentato a marzo il paese dovrebbe cominciare a ridurre i suoi consumi di carbone e di petrolio tra il 2026 e il 2030, ma recentemente il testo è stato riformulato per ammettere la possibilità che continuino a crescere fino alla fine del decennio.
Il paese dove la domanda di carbone crescerà più rapidamente nei prossimi cinque anni è l’India, con 225 milioni di tonnellate in più, seguita da Indonesia e Vietnam.
Nell’Unione europea il calo del consumo del 2025 sarà molto meno marcato rispetto agli anni precedenti, a causa della siccità che ha ridotto la produzione di energia elettrica, ma entro il 2030 dovrebbe arrivare a 153 milioni di tonnellate in meno.
Negli Stati Uniti invece, dopo quindici anni consecutivi, la domanda di carbone dovrebbe tornare a salire dell’8 per cento quest’anno, soprattutto a causa delle misure di sostegno adottate dall’amministrazione Trump.
Ma gli aiuti del governo federale potranno solo ritardare il declino del settore, dovuto al calo costante dei prezzi e dei margini di profitto, ed entro il 2030 la domanda statunitense dovrebbe calare di oltre cento milioni di tonnellate.
Questo testo è tratto dalla newsletter Pianeta.
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