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Il protezionismo di Trump finirà per danneggiare gli Stati Uniti

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca, Washington, il 22 gennaio 2017. (Joyce N. Boghosian, Flickr White House)

E sono quindici. Arrivato al quattordicesimo mese di mandato, Donald Trump perde il suo quindicesimo consulente, Gary Cohn, consigliere principale sulle questioni economiche che si è dimesso per non dover approvare le misure protezionistiche che il presidente intende adottare tassando le importazioni di alluminio e acciaio.

Non sappiamo ancora se Trump passerà davvero dalle parole ai fatti. Europa, Cina, Messico, Canada, il 99 per cento degli economisti e della sua maggioranza, i deputati repubblicani del congresso: da ogni parte piovono gli inviti a fermarsi, perché il protezionismo sarebbe meraviglioso se non fosse che può essere reciproco.

Un circolo vizioso
Tassi le importazioni che indeboliscono le tue industrie? Perfetto, difendi i posti di lavoro dei tuoi cittadini, nonché elettori. Niente di più normale. Peccato che il paese di cui stai danneggiando gli interessi industriali può prendere provvedimenti tassando a sua volta quello che importa dal tuo paese.

In questo modo si scivola presto in un circolo vizioso, perché tra una ritorsione e l’altra si finisce per barricarsi e per cancellare gli scambi commerciali da cui dipende la crescita di tutti.

Il protezionismo sembra una buona cosa, una misura di buon senso, ma la verità è che si tratta di un veleno, lento e devastante. Contrariamente a quello che Trump ha dichiarato nel fine settimana, le guerre commerciali non sono né una buona cosa né facili da vincere. Spesso sono state causa di guerre armate. Fortunatamente la situazione non è così grave, ma l’Unione europea sta già preparando la sua risposta.

Oltre all’emorragia di consulenti, la Casa Bianca è diventata l’artefice di una disfatta internazionale degli Stati Uniti

Come il Messico e il Canada, i 27 stati dell’Unione sono alleati degli Stati Uniti. È evidente che la Casa Bianca di Donald Trump è sostanzialmente alla deriva. In molti si affrettano a scapparne perché non riescono a far ragionare il presidente o perché è impossibile portare avanti un’attività politica accanto a un uomo imprevedibile, ignorante, incapace di leggere un documento o di capirne il riassunto, un uomo che si limita a twittare stupidaggini e a guardare Fox News.

Oltre all’emorragia di consulenti, la Casa Bianca è diventata l’artefice di una disfatta internazionale degli Stati Uniti, perché oltre ad alienarsi il sostegno degli alleati, l’America di Trump è assente dalla tragedia siriana, fonte di conflitto in Israele con lo spostamento dell’ambasciata, estromessa dal dialogo tra le due Coree, che cercano di risolvere il contenzioso da sole e incapace di ostacolare il nazionalismo di Vladimir Putin.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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