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Una manifestazione della Fe​derazione dei giovani comunist​i italiani (Fgci) a Reggio Emilia, 1975. (Angelo Palma, A3/Contrasto)

Il 1917 è l’anno in cui a New York viene registrato il primo disco di jazz. Ed è anche l’anno in cui ad Alessandria d’Egitto, dove il padre lavorava per le poste gestite dai britannici, nasce Eric Hobsbawm.

La sua vita è raccontata in The consolations of history, un documentario della London Review of Books appena uscito online. Hobsbawm è adolescente a Berlino negli anni che precedono l’arrivo al potere di Hitler (“Se non ti senti parte della storia del mondo in un momento come quello non ti capita mai più“).

Poi è a Vienna, infine a Londra. Nel 1936 si iscrive al Partito comunista britannico e per questo viene tenuto d’occhio dai servizi segreti, che spiano le sue telefonate, seguono i suoi spostamenti, bloccano l’inizio della sua collaborazione con la Bbc, spingendolo involontariamente verso la carriera accademica.

I suoi libri, tra cui quattro fondamentali sulla storia del mondo tra il 1789 e il 1991, hanno venduto milioni di copie facendone uno degli storici più letti e apprezzati. Grande esperto di jazz (è stato il critico del New Statesman con lo pseudonimo di Francis Newton), i suoi interessi hanno spaziato dal banditismo balcanico ai movimenti contadini peruviani.

Parlava tedesco, francese, spagnolo, italiano e aveva una conoscenza approfondita dell’Italia, che aveva studiato da vicino e visitato più volte. Venendo da un paese in cui i comunisti erano pochi e marginali, era affascinato dal Partito comunista italiano, che invece era un grande partito di massa, popolare e, tutto sommato, moderato.

Delle vicende italiane Hobsbawm si occuperà molto nella sua vita, con articoli, saggi e dialogando con intellettuali e dirigenti politici. Nel 1976 pubblicherà una lunga conversazione con Giorgio Napolitano e nel 1991 intervisterà Achille Occhetto sullo scioglimento del partito e sul futuro della sinistra.

Quest’ultima intervista è tra gli articoli raccolti nel nuovo numero di Internazionale storia, Avanti popolo!, sulla storia del Pci raccontata dalla stampa di tutto il mondo tra il 1921 e il 1991, da questa settimana in edicola, in libreria e online.


Questo articolo è uscito sul numero 1405 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati

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