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Il bisogno di dramma di politici e elettori ci porta al caos

Durante la campagna elettorale del candidato repubblicano alle elezioni presidenziali statunitensi Donald Trump a Cleveland, in Ohio, il 21 luglio 2016. (Win McNamee, Getty Images)

Più o meno nello stesso periodo in cui Boris Johnson e Nigel Farage lanciavano una bomba nella politica del Regno Unito per poi scappare nascondendo la mano, ho scoperto che gli psicologi dell’università del Texas hanno ideato un indice per quel tratto della personalità che chiamano “bisogno di dramma”(bdd). Per misurarlo si chiede a un soggetto se concorda con affermazioni del tipo: “A volte mi diverto a far arrabbiare la gente” oppure “dico sempre quello che penso senza riflettere sulle conseguenze”.

Non c’è dubbio che Johnson e Farage, come d’altronde Donald Trump, siano persone con un alto livello di bdd, molto simile a quello dell’amico che per definire la sua relazione sentimentale scrive su Facebook “è complicata”, o che alla domanda “come vanno le cose?” risponde sempre snocciolando varie crisi intrecciate tra loro. Questo tipo di persone semina caos per soddisfare il proprio bisogno interiore di eccitazione, anche se di solito con conseguenze meno disastrose della Brexit.

E poiché questo non vale solo per i politici è difficile non concludere che il livello di bdd nella nostra cultura stia decisamente aumentando. Se sempre più elettori sembrano scegliere il caos e la demagogia solo per il gusto di farlo, forse è perché a chi si sente impotente non è rimasto altro che scatenare un dramma.

Come spiega l’esperta di psicologia Melissa Dahl nel blog The science of us, le persone ad alto tasso di bdd hanno un “locus di controllo esterno”, cioè percepiscono qualsiasi evento come se stesse succedendo a loro invece che essere causato da loro – una conclusione ragionevole quando gli eventi sembrano perlopiù determinati da politici lontanissimi o da crisi economiche che scoppiano dall’altra parte del mondo. “Sentire Trump dire che costruirà un muro o uno dei responsabili della Brexit affermare che non ci sarà più immigrazione è come comprare un biglietto della lotteria”, ha scritto di recente il giornalista irlandese Fintan O’Toole. “Non devi essere veramente convinto che vincerai cento milioni… Tieni semplicemente a bada la noia introducendo una possibilità fantastica”.

Milioni di persone si sentono impotenti e si annoiano, e non c’è da stupirsi se vogliono smuovere un po’ le acque

Un nuovo studio condotto dal King’s College di Londra in collaborazione con l’Università di Limerick fa pensare che abbia ragione: sembra che i partecipanti costretti ad annoiarsi a morte trascrivendo una serie di tediose informazioni sulla fabbricazione del cemento, in seguito abbiano espresso idee politiche più estreme. Oggi che milioni di persone si annoiano e si sentono impotenti, non c’è da sorprendersi se poi decidono di smuovere un po’ le acque.

Adesso che il bisogno di dramma ha raggiunto livelli epidemici sia tra i politici sia tra gli elettori, ci colpisce ancora di più vedere che l’uomo più potente del mondo – almeno ancora per qualche mese – è un esempio della tendenza esattamente opposta. Secondo un suo profilo pubblicato dal New York Times, l’uomo che i suoi collaboratori hanno soprannominato “no-drama Obama” ama sempre di più le ore della sera che passa da solo a leggere nella Stanza Ovale, bevendo semplicemente acqua e mangiando – esattamente – “sette mandorle leggermente salate”. Più il mondo impazzisce, più il presidente introverso cerca la quiete. Nel suo mondo, evidentemente, ci sono già abbastanza drammi senza bisogno di provocarne altri. Leggendo i giornali, ho sempre più l’impressione di sapere quello che prova.

(Traduzione di Bruna Tortorella)

Questo articolo è stato pubblicato dal quotidiano britannico The Guardian.

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