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Ricordatevi di Wonder Woman prima di un colloquio di lavoro

Robert Daly, Getty Images

Come forse avrete sentito dire, gli psicologi mostrano i muscoli per farci mettere le mani sui fianchi. Sto parlando degli “atteggiamenti di forza”, i semplici gesti fisici che, secondo una conferenza Ted dell’accademica di Harvard Amy Cuddy, possono cambiarci la vita.

Prima di un colloquio di lavoro, assumete la posizione di Wonder Woman – gambe larghe, mani sui fianchi, spalle indietro – e i vostri ormoni dello stress caleranno, il testosterone aumenterà, vi sentirete più coraggiosi e avrete più possibilità di avere il posto. O forse no. Un importante tentativo di replicare lo studio originario ha dato risultati negativi, e uno dei ricercatori ha ammesso: “Non credo che gli effetti degli atteggiamenti di forza siano reali”.

Anche un’altra scoperta simile – che basti stamparsi un sorriso in faccia per sentirsi più ottimisti – è stata messa in discussione. Abbiamo la sensazione che tutte queste tecniche per acquistare fiducia in noi stessi possano funzionare, ma gli scienziati non sono più sicuri che sia così.

Se il mio obiettivo è sentirmi più sicuro, l’unica domanda che conta è: ci riesco?

La cosa strana dell’allegro smantellamento degli atteggiamenti di forza è… ovviamente, che funzionano. Almeno per me. Prima di parlare in pubblico o in qualsiasi altra situazione che mi spaventa , se ricordo di stare dritto e allargare il torace, mi sento più sicuro (provateci subito. Tiratevi su – perché eravate stravaccati, vero? – e vedete se notate un cambiamento di umore). Anche costringermi a sorridere provoca un piccolo miglioramento, non è una cura per la depressione, ma la differenza la noto. C’è un motivo per cui si dice “Fingi fino a crederci”: l’esperienza dimostra che è vero.

L’effetto placebo
Naturalmente, non è quello che intendono i ricercatori quando dicono che certi atteggiamenti “funzionano”. Non se i miei ormoni si modificano, e neanche se la maggior parte delle persone si sente più sicura. Questi interrogativi sono affascinanti, e gli scienziati devono cercare una risposta. Ma a proposito di trucchi come quello degli atteggiamenti di forza, mi rendo conto che non ha molta importanza. Se il mio obiettivo è sentirmi più sicuro, l’unica domanda che conta è: ci riesco?

Buona parte del divario tra scienza e vita reale nasce dall’effetto placebo. Probabilmente, quando cose come gli atteggiamenti di forza funzionano, in parte accade perché ci aspettiamo che lo facciano. Per i ricercatori questo è un problema, quindi continuano a ideare test alla cieca in cui le persone non si rendono conto che stanno assumendo un atteggiamento, stanno sorridendo, e così via (in un esperimento hanno chiesto ai soggetti di tenere una penna tra i denti per fargli sollevare gli angoli della bocca come in un sorriso).

Ma mentre andiamo a un colloquio di lavoro non ci interessa se la nostra maggiore sicurezza è dovuta alle aspettative. Vogliamo solo sentirci più sicuri. È molto probabile che il bestseller di Cuddy sull’argomento, Presence, si dimostri al tempo stesso fondato su basi scientifiche poco solide ed effettivamente utile a migliaia di persone.

Forse la questione veramente interessante che sollevano queste smentite è: perché siamo così ansiosi di avere una “conferma scientifica” dell’efficacia delle nostre tecniche quotidiane? La saggezza nasce da un misto di buon senso, esperienza e ricerca. Nessuno vive la propria vita solo in base alle scoperte della scienza. E neanche dovrebbe. Assumete pure un atteggiamento di forza, se vi aiuta.

(Traduzione di Bruna Tortorella)

Questo articolo è stato pubblicato dal quotidiano britannico The Guardian.

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