Dieudonné M’bala M’bala

Charlie e Dieudonné, due pesi e due misure?

L’arresto del comico e polemista Dieudonné il 14 gennaio vicino a Parigi per “apologia del terrorismo” per aver scritto sulla sua pagina Facebook “Io sono Charlie Coulibaly” (commento poi rimosso) dopo l’attacco contro Charlie Hebdo ha provocato un acceso dibattito in Francia. Proprio mentre milioni di francesi sono scesi in piazza affermando “Io sono Charlie” per sostenere tra l’altro che la libertà di espressione non era negoziabile, il controverso Dieudonné è incappato nelle maglie delle leggi che ne puniscono gli abusi. Leggi

La risposta del comico Dieudonné dopo gli arresti domiciliari

Il comico francese Dieudonné M’bala M’bala è stato messo agli arresti domiciliari per aver postato sul suo profilo Facebook “mi sento Charlie Coulibaly”. Oggi risponde lanciando una sua campagna sui social network. Leggi

Gli affari di un comico antisemita

Il 6 gennaio 2014 il governo francese ha invitato prefetti e sindaci a impedire lo svolgimento degli spettacoli del comico francese Dieudonné M’bala M’bala per i loro contenuti antisemiti, ma il comico ha dichiarato di essere pronto a fare ricorso in tribunale.

A pochi giorni dal lancio di una nuova tournée, che dovrebbe partire il 9 gennaio 2014 a Nantes, il ministro dell’interno Manuel Valls ha inviato una circolare a tutti i prefetti per ricordare gli strumenti giuridici che consentirebbero di vietare lo spettacolo. Secondo il ministro “questi spettacoli non sono una forma di espressione artistica”, ma sono dei “raduni politici in cui Dieudonné esprime il suo odio” contro gli ebrei.

Dopo la circolare il sindaco di Bordeaux, Alain Juppé, ha annunciato che vieterà lo spettacolo di Dieudonné che doveva svolgersi il 26 gennaio 2014. Il prefetto della Loire-Atlantique si esprimerà in giornata sulla possibilità di vietare lo spettacolo anche a Nantes. L’avvocato di Dieudonné ha assicurato che il suo cliente è pronto a “procedere immediatamente in tribunale” contro ogni divieto.

Gesti antisemiti. L’ultima polemica su Dieudonné è legata a un gesto che il comico ripete nei suoi spettacoli, detto la quenelle: secondo alcuni è un saluto nazista rovesciato, secondo il comico, una rivisitazione del dito medio alzato, da considerare come un gesto contro il sistema.

L’inizio della carriera. Nel 2003 Dieudonné (47 anni, madre bretone e padre camerunese) provoca uno dei primi scandali durante uno spettacolo su France 3, in cui si veste da ebreo ortodosso. Alla fine dello sketch il comico alza le braccia e urla: “IsraHeil!”. Secondo lo storico Stéphane François, dell’università di Valenciennes, specialista di controcoltura e di estrema destra, Dieudonné s’ispira ai gruppi razzisti radicali statunitensi come la Nazione dell’islam, secondo cui gli ebrei hanno partecipato alla tratta degli schiavi.

Gradualmente gli spettacoli del comico scompaiono dalla tv e vengono vietati nei teatri. Il comico è costretto a esibirsi negli autobus. Lontano dai mezzi d’informazione tradizionali, si afferma su internet e nei teatri, dove è seguito da un certo numero di fedeli spettatori. In questo universo parallelo in cui si trova a suo agio, arriva la quenelle in una delle prime esibizioni pubbliche, nel 2005.

Da allora Dieudonné è stato condannato otto volte per incitazione all’odio razziale e multato per trentamila euro, mai pagati. Ha vestito i panni di Hitler e di un ebreo ortodosso, e una delle ultime condanne è arrivata dopo uno spettacolo in cui usava ripetutamente la parola “Shoananas”, un misto di Shoah e ananas. Recentemente è stato denunciato per una frase diretta a un giornalista ebreo di Radio France-International: “Mentre lo ascoltavo parlare, sapete, mi sono detto: certo, le camere a gas, che peccato…”. Ma lui insiste: il 2014 sarà l’anno della quenelle.

Sicuramente, ricorda Libération, la polemica rende bene e gli affari del comico prosperano: Dieudonné ha guadagnato 1,8 milioni di euro nel 2013. “Magliette, poster e tazze con la quenelle: tutto fa brodo. Il rivoluzionario antisistema ha anche depositato il marchio del suo gesto, brevettandolo, per impedire al suo socio di sfruttare la sua gallina dalle uova d’oro”, spiega Libération.

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