30 settembre 2015 15:40
Una scena del film A qualcuno piacerà – Storia e storie di Elio Pandolfi.

Al festival di Internazionale a Ferrara la rassegna Mondocinema comincia prima che cominci il festival. Infatti il primo appuntamento è già giovedì 1 ottobre: un prefestival che si colora interamente di cinefilia.

Si comincia alle 17.30 al cinema Boldini con Elio Pandolfi, uno dei più grandi attori-caratteristi italiani, per scoprire che Pandolfi (tra l’altro ospite del festival) non è solo questo: il documentario A qualcuno piacerà – Storia e storie di Elio Pandolfi di Caterina Taricano (anche lei ospite a Ferrara) e Claudio De Pasqualis, presentato quest’anno al festival di Locarno, interamente basato sull’infinito archivio personale di Elio Pandolfi, ci fa scoprire l’ampiezza del suo talento: attore, doppiatore, cantante, Pandolfi ha fatto la storia del teatro, del cinema, della radio e della televisione italiana.

Tramite il suo archivio, che farebbe concorrenza all’Istituto Luce, se ne ripercorre la carriera, davvero unica. Il lavoro d’archivio è integrato all’intervista a Pandolfi, realizzata a camera fissa. Ma la sua simpatia e la notevole arte affabulatrice fanno il resto: ricostruendone la carriera è ricostruita un’intera epoca della storia culturale italiana. Lo spettatore rivive l’atmosfera di quegli anni e scorre una galleria di personaggi assolutamente unici: Wanda Osiris, Carlo Dapporto, Luchino Visconti, Gigi Proietti, Giuseppe Patroni Griffi.

Personalità che hanno lavorato con Pandolfi e lo stimavano per le qualità interpretative, la sua sensibilità, la cultura e intelligenza, la sua incredibile versatilità: Federico Fellini, per La dolce vita, gli fece fare le voci di oltre venti personaggi.

Il cinema, bisogna pur dirlo, se ha espresso grandi registi, raramente è riuscito a creare attori di questo valore, come invece è riuscito al teatro. Per il documentario è stato utilizzato circa un decimo dell’archivio di Pandolfi, e tuttavia sono immagini straordinarie, selezionate con sapienza: fanno viaggiare nel tempo, divertono, spesso anche molto, commuovono, e soprattutto interessano. Un vero patrimonio della memoria, dell’arte popolare italiana, dell’arte recitativa e della cultura italiana tout-court, che oltre a girare nelle sale ci piacerebbe girasse anche nelle scuole.

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