02 aprile 2015 15:09

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

Oggi si celebra la giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo, istituita dalle Nazioni Unite nel 2007. Il tema del 2015 è il lavoro. Si stima infatti che almeno l’80 per cento degli adulti che soffrono di disturbi dello spettro autistico sia disoccupato. Secondo l’Onu, le persone che soffrono di autismo potrebbero dare un grande contributo al mondo del lavoro. Invece di concentrarsi sulle debolezze, bisognerebbe valorizzare i diversi talenti e le abilità avanzate come il ragionamento logico, il riconoscimento di pattern e l’attenzione ai dettagli.

“Invito le imprese a prendere impegni concreti per assumere persone che soffrono di disturbi dello spettro autistico”, ha dichiarato il segretario generale delle Nazioni Unite Bank Ki-moon in occasione dell’ottava giornata mondiale. “Una missione importante che può essere raggiunta solo con appropriati corsi di formazione e un sostegno adeguato nel processo di assunzione che può permettere alle persone di integrarsi nei luoghi di lavoro e nel mondo”.

I disturbi dello spettro autistico sono caratterizzati da una compromissione delle abilità neurologiche che si manifesta nei primi tre anni di vita. Possono essere più o meno gravi e influiscono sulle capacità di comunicazione e di interazione sociale, e sugli interessi e le attività, che tendono a essere ristretti e ripetitivi. Possono essere associati anche a problemi fisici. In Italia sono almeno centomila i bambini e gli adolescenti affetti da disturbi dello spettro autistico.

Tra le iniziative previste per oggi, l’organizzazione Autism speaks sta coordinando la campagna Light it up blue, che invita le amministrazioni a illuminare di blu i monumenti di tante città.

In occasione della giornata, la campagna Autism Europe ha realizzato un video di due minuti che spiega perché l’autismo “è una storia differente” fin dall’infanzia, perché chi ne è colpito “deve fare i conti con la discriminazione in ogni aspetto della propria vita”.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it