15 aprile 2015 12:36
Dado Ruvic, Reuters/Contrasto

L’Unione europea ha aperto un’inchiesta nei confronti di Google, accusando l’azienda di aver violato le leggi sulla concorrenza e di aver abusato della sua posizione dominante nel mercato europeo dei motori di ricerca. Google rischia multe fino al 10 per cento dei suoi ricavi annuali e potrebbe essere costretta a cambiare in modo radicale il suo modello di business.

Le accuse. Secondo il commissario antitrust Margrethe Vestager, l’azienda di Mountain View ha violato le regole contro i monopoli e ha danneggiato gli interessi dei consumatori, in particolare nell’ambito sei servizi di shopping online. Google, si legge nel comunicato stampa della commissione antitrust, avrebbe “favorito in modo sistematico i suoi servizi di shopping nei risultati delle pagine di ricerca”.

L’azienda, inoltre, avrebbe dirottato il traffico dai propri concorrenti per favorire i suoi servizi e avrebbe messo nei risultati del suo motore di ricerca informazioni prese da altri siti, rendendo inutile la visita alle fonti originali.

Il contenzioso legale è stato sollevato per la prima volta nel 2010 da Foundem, un motore di ricerca britannico dedicato allo shopping, che ha accusato Google di averlo nascosto nei suoi risultati di ricerca. Google adesso ha la possibilità di rispondere alle accuse della commissione entro dieci settimane e poi potrà chiedere un’udienza formale.

L’inchiesta su Android. L’Ue ha aperto anche un’altra inchiesta nei confronti di Android, il sistema operativo di Google per gli smartphone. La commissione dovrà stabilire se Google impone oppure no delle condizioni ai produttori di cellulari che favoriscono le sua applicazioni, come per esempio YouTube, e se ha impedito a sviluppatori concorrenti l’accesso al mercato. Google nega le accuse e ribadisce che Android è una piattaforma libera e aperta.

L’Ue inoltre indagherà sugli accordi commerciali per favorire il suo sistema di pubblicità online rispetto a quello della concorrenza.

A febbraio 2014 Google aveva presentato all’Unione europea una proposta di accordo, ma l’Ue l’aveva respinta, sostenendo che non rispettava le condizioni legali richieste in ambito europeo.

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