11 maggio 2015 10:34

Il re dell’Arabia Saudita e altri tre capi di stato della regione non parteciperanno al vertice tra Stati Uniti e i sei paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo, convocato da Barack Obama per il 13 e 14 maggio alla Casa Bianca e a Camp David. L’intenzione dell’amministrazione statunitense è quella di rafforzare i legami con le potenze sunnite della regione nonostante l’avanzamento delle trattative con Teheran sul programma nucleare iraniano. Ma solo gli emiri di Qatar e Kuwait hanno confermato la loro partecipazione al summit.

Fino a venerdì la Casa Bianca aveva assicurato che re Salman sarebbe arrivato negli Stati Uniti per “riprendere le consultazioni su una serie di questioni regionali e bilaterali”, nelle parole del portavoce Eric Schultz. Poi nel fine settimana l’agenzia di stampa filogovernativa saudita Spa ha fatto sapere che il re non sarà presente ai colloqui con Obama e manderà invece il principe ereditario Mohammed bin Nayef oltre al figlio minore, l’attuale ministro della difesa, Mohammed bin Salman, che è anche il regista dell’offensiva militare in corso in Yemen. Pretesto ufficiale della defezione, la coincidenza dei tempi “con l’annunciato cessate il fuoco umanitario in Yemen e l’inaugurazione di un centro per gli aiuti umanitari intitolato al re Salman”.

Anche il re del Bahrein, Hamad bin Isa al Khalifa, sarà sostituto dal principe ereditario, stando a quanto riferito da fonti ufficiali. Saranno assenti per malattia, invece, il sultano dell’Oman, Qaboos Bin Said, che sarà rappresentato dal suo vicepremier, e il presidente degli Emirati arabi uniti, Sheikh Khalifa bin Zayed al-Nahyan, sostituito dal principe ereditario di Abu Dhabi. Al vertice, gli Stati Uniti cercheranno di rassicurare i governi del Golfo, preoccupati per il crescente disimpegno di Washington nella regione e per l’eventualità di un accordo entro giugno tra gli Stati Uniti e l’Iran.

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