20 settembre 2015 21:57

Il primo ministro greco uscente Alexis Tsipras ha vinto una nuova scommessa elettorale portando al governo il suo partito di sinistra (Syriza) per la seconda volta in un anno, con una vittoria molto netta. Tuttavia anche questa volta Tsipras non potrà governare senza formare una coalizione.

Con il 50 per cento dei voti scrutinati, Syriza è del 35,5 per cento dei voti contro un 28,1 per la destra di Nea dimokratia (Nd), dunque con un vantaggio di più di 7 punti.

Il leader di Nd Vangelis Meimarakis ha ammesso la sconfitta. “Sembra che Syriza e Tsipras siano arrivati primi, gli faccio le mie congratulazioni”, ha dichiarato durante un’intervista in televisione, a poche ore dalla chiusura dei seggi e con solo un quarto dei seggi scrutinati.

“Davanti a noi c’è un cammino di lavoro e lotta”, ha twittato Tsipras prima di parlare in televisione.

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Malgrado la forte astensione (attorno al 40 per cento) i greci hanno concesso una seconda possibilità a Tsipras, che si era dimesso ad agosto dopo aver perso la maggioranza in parlamento sperando di ottenere un nuovo mandato più solido e aspirando alla maggioranza assoluta.

Sostituito alla guida del governo dalla presidente della Corte suprema Vassiliki Thanu durante l’ultimo mese di campagna elettorale, il 20 settembre Tsipras ha definito il suo futuro governo come “un esecutivo di lotta” che “continuerà con la stessa determinazione e lo stesso senso del sacrificio a lottare per difendere i diritti del popolo”.

Tsipras aveva conquistato il primo mandato a gennaio sull’onda di un grande movimento di mobilitazione popolare dopo sei anni di profonda crisi economica. Tsipras è stato il primo capo di governo in Europa a provenire dalla sinistra dei movimenti. Ma poi aveva deciso di dimettersi sette mesi più tardi a causa della fine della sua maggioranza parlamentare, il suo partito si era spaccato in occasione del voto sul terzo piano d’aiuti in cinque anni sottoscritto dal governo greco e dai creditori.

Tsipras aveva spiegato di aver firmato l’accordo soltanto per evitare che il paese uscisse dall’euro. Il suo ritorno al potere sarà seguito con grande attenzione dai creditori della Grecia, ma anche dai leader politici europei.

Dopo mesi di tensioni culminate con il referendum indetto da Tsipras a luglio sulle proposte dei creditori e la vittoria schiacciante del “no”, il giovane primo ministro ha dovuto accettare il piano di salvataggio proposto dai creditori, continuando a ricercare margini di manovra per alleggerire il carico di tagli e misure di austerità che grava sulla popolazione greca.

La sorte di Syriza è seguita con grande attenzione in Spagna, Portogallo e Irlanda, tre paesi duramente colpiti dalla crisi, dove nei prossimi mesi si svolgeranno importanti elezioni.

Tuttavia Tsipras sarà comunque costretto a costituire una nuova coalizione.

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I primi risultati ufficiali, infatti, gli concedono 145 seggi in parlamento su 300 (nel precedente governo Syriza aveva 149 seggi).

Se le proiezioni su dati reali saranno confermate, Tsipras potrà ricostituire la stessa alleanza stretta nel suo primo mandato con i Greci indipendenti (Anel), partito della destra nazionalista con cui il primo ministro non ha avuto problemi durante il precedente governo. Anel, che fino alla fine non è stato sicuro di entrare in parlamento, dovrebbe ottenere 10 seggi contro i 13 dello scrutinio precedente.

Con i deputati di Anel Tsipras potrebbe dunque contare su una maggioranza assoluta (155 seggi su 300).

Se volesse creare una coalizione ancora più solida, Tsipras potrebbe aprire ad altre formazioni come i centristi di To Potami (Il Fiume), nati nel 2014 per opera di un ex giornalista televisivo (Stavros Theodorakis) che potrebbero ottenere 10 seggi, oppure il Pasok, partito socialista un tempo molto forte ma che dovrebbe fermarsi a 17 seggi.

Vangeli Meimarakis, 61 anni, arrivato alla guida di Nea dimokratia appena due mesi fa, aveva proposto “un governo di coalizione nazionale” che avrebbe incluso anche Syriza.

Tsipras aveva rifiutato la proposta dell’avversario. Il 19 settembre l’ex ministro delle finanze Euclides Tsakalotos aveva dichiarato che sarebbe impossibile cambiare la vita pubblica e combattere l’evasione fiscale alleandosi con “partiti che hanno costruito il loro potere politico sul clientelismo”.

Il partito neonazista Alba dorata sembra, in base ai risultati parziali, confermare la posizione di terzo partito del paese con il 7,1 per cento e 19 deputati (due in più rispetto allo scorso scrutinio).

Al contrario Unità popolare, partito fondato dai dissidenti di Syriza che hanno lasciato il partito di governo ad agosto, resterebbe fuori dal parlamento.

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