08 dicembre 2011 00:00

Un uomo espone per strada il suo ricco assortimento di dvd pirata: serie televisive e musica di ogni tipo. A pochi metri, nella più importante sala cinematografica della città, comincia il Festival del nuovo cinema latinoamericano.

A differenza degli anni scorsi, quando una folla di spettatori faceva la fila per entrare nei cinema, quest’anno tante poltrone rimangono vuote. Per trent’anni questo appuntamento culturale ha scatenato grandi passioni tra i cubani e non era raro che il pubblico sfondasse le porte di vetro dei cinema per vedere i film che arrivavano da Rio Bravo e dalla Patagonia.

Ma la diffusione nelle case dei lettori dvd ha contribuito a ridurre la partecipazione degli spettatori a un festival che ormai compie 33 anni. Uno dei mestieri più diffusi per le strade del paese è proprio quello di venditore ambulante di film e musica pirata. Però la pirateria non è l’unico motivo della perdita di spettatori della grande festa cubana del cinema.

La censura, l’eccessivo controllo sui film e la chiusura di molte sale di quartiere in rovina hanno contribuito a lasciare gli spettatori a casa. Inoltre i registi stranieri sono poco incentivati a partecipare a causa dello scarso peso commerciale del festival.

Anche se per alcuni questa sembra la caratteristica più interessante della manifestazione. La grande sfida degli organizzatori è rinnovare l’evento e riuscire a competere con le pellicole di Hollywood che hanno conquistato le case, i gusti e le tasche dei cubani.

*Traduzione di Sara Bani.

Internazionale, numero 927, 8 dicembre 2011*

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