Un verme martello. (Gunter Fischer, Universal Images Group/Getty)

Le specie aliene sono quelle che non appartengono agli ecosistemi originari di un determinato luogo, ma ci sono arrivate a causa dell’intervento più o meno intenzionale dell’essere umano. Dopo la distruzione dell’habitat, rappresentano la principale causa della perdita di biodiversità, perché possono interferire con le specie native attraverso meccanismi di predazione, competizione e trasmissione di patologie.

In Italia le specie aliene sono aumentate del 96 per cento negli ultimi trent’anni. Per la maggior parte si tratta di vegetali, seguiti dagli invertebrati terrestri, molti dei quali non ancora rilevati o non ancora identificati a livello specifico. Sembrerebbe che la percentuale più significativa sia stata introdotta involontariamente, attraverso mezzi di trasporto e rotte commerciali.

Le specie aliene vengono soprattutto da aree temperate euroasiatiche e nordamericane, ma sono sempre più numerose quelle di origine tropicale, come i pappagalli (con almeno quattro specie nidificanti in Italia), gli insetti fitofagi e i coloratissimi vermi piatti, noti con il termine generico di planarie. Alcune di queste specie mostrano colori brillanti, teste a forma di martello e corpi piatti che possono attirare l’osservazione e la registrazione delle persone, rendendo così il rilievo da parte dei cittadini molto efficace.

Uno studio recente, supportato dalle osservazioni di cittadini comuni, ha mostrato come in Italia siano presenti almeno 15 specie di planarie aliene, per lo più originarie delle Americhe e dell’Asia. Alcune di queste specie sono state descritte e osservate per la prima volta in Italia o in altri paesi europei, quindi non ci sono dati di conferma sul loro areale di origine. Le planarie sono state rilevate in tutte le regioni, eccetto Valle d’Aosta, Molise e Basilicata. Queste specie sembrano arrivare principalmente con il commercio di materiale da giardinaggio (per esempio il terriccio).

Le planarie aliene sono una minaccia crescente per la biodiversità del suolo europeo. Questa invasione è stata a lungo trascurata, sebbene l’Italia rappresenti il paese con la più alta diversità di specie di planarie aliene in Europa. Le ripercussioni di queste specie sugli ecosistemi autoctoni sono ancora mediamente sconosciute, anche se alcune specie sono segnalate come molto voraci, potenzialmente in grado di predare le popolazioni invertebrate autoctone (come molluschi, lombrichi o planarie native). È invece in corso di analisi il potenziale impatto sanitario sull’essere umano e su altri vertebrati.

Date le temperature locali in aumento, la distribuzione di queste specie aliene potrebbe crescere nel prossimo futuro, evidenziando così l’importanza di un monitoraggio dettagliato della loro distribuzione, che può essere compiuto anche dai singoli cittadini inviando un’email a planarieitaliane@gmail.com.

Emiliano Mori è ricercatore presso il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr).

E. Mori et al., Discovering the Pandora’s box: the invasion of alien flat­worms in Italy, Biological Invasions (2021)

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