Cosenza, giugno 2019. (Robert Haidinger, Laif/Contrasto)

Per certi versi sembra di stare a Roma e il paragone è meno azzardato di quanto sembri. Anche Cosenza è su sette colli: Pancrazio, Triglio, Mussano, Guarassano, Vetere, Venneri e Gramazio. Inoltre, condivide con la capitale la stessa equidistanza da mare e montagna: con poco più di trenta chilometri si arriva da un lato sul mar Tirreno e dall’altro sull’altopiano della Sila, con la sua natura incontaminata.

Cosenza, terra dell’antico popolo dei Bruzi, è una città di cultura: qui è nato il filosofo Bernardino Telesio e altri importanti umanisti come Aulo Giano Parrasio, tra i fondatori dell’Accademia cosentina, e Tommaso Campanella. E qui per quarant’anni è stato attivo il Centro Rat, un’impresa di produzione teatrale considerata un polo culturale del Mezzogiorno e un punto di riferimento per attori italiani e internazionali. Oggi, nonostante la recente chiusura del teatro dell’Acquario che lo ospitava, ci sono ancora diversi teatri e alcuni interessanti spazi culturali che resistono alla crisi.

Venerdì

Ore 15: il centro storico.
Per esplorare Cosenza si parte dal saliscendi del centro storico. La città vecchia, con i suoi scorci e le sue vineddre (vicoli), è un gioiello di classicità, arte e archeologia. È un’area distaccata dal resto della città non solo perché la confluenza del Crati e del Busento la separa fisicamente dalle altre zone, ma anche perché negli anni l’urbanizzazione si è sviluppata verso nord. Questo luogo così prezioso, dove le stradine in pietra sono delimitate da arcate secolari e porzioni di mura greche, romane e borboniche, nel tempo è diventato un quartiere degradato. In assenza di interventi strutturali molti edifici sono crollati, ad alcuni manca il tetto. In questo senso Cosenza vecchia è davvero un museo a cielo aperto. Per ammirare il borgo nel suo insieme prima di addentrarsi nelle sue viuzze, ci si può affacciare subito oltre la confluenza dei due fiumi dal belvedere del ponte Alarico o quello del ponte Europa. È una vista tra le più belle della città, in cui svetta la cupola verde barocca del convento di San Domenico. Da qui, attraversando il Busento, si arriva poi in piazza dei Valdesi, punto di partenza per salire lungo corso Telesio, la strada principale della città vecchia, costellata di portali pregiati e botteghe artigiane di un tempo.

Ore 17: arte indipendente.
Nonostante il suo declino, nella città vecchia c’è ancora una grande quantità di musei, antichi e moderni. Tra questi c’è Gaia (Galleria d’arte indipendente autogestita), animata da un collettivo che due anni fa ha occupato una parte di palazzo Cosentini, uno stabile della seconda metà dell’ottocento in parte demolito, e l’ha trasformato in uno spazio dove fanno tappa artisti italiani e stranieri. La cultura è la risposta al degrado strutturale e sociale di questi vicoli. A Gaia ci sono mostre e si presentano libri, si parla di diritti e di integrazione tra culture.

Ore 18: le firme del fumetto.
Un’altra tappa imperdibile è il Museo del fumetto, il primo museo del sud Italia dedicato alla narrativa illustrata e anche un caso unico per la sede: si trova infatti nell’antico monastero di Santa Chiara. Il museo organizza un festival annuale intitolato Le strade del paesaggio e ospita una collezione permanente con firme prestigiose del fumetto italiano e internazionale. Tra gli altri, Andrea Pazienza, Milo Manara, Gilbert Shelton e Coco, storica disegnatrice di Charlie Hebdo, che è stata ospite a Cosenza poco dopo l’attentato terroristico di Parigi del 2015.

Ore 20: sulla vetta del Pancrazio.
Da corso Telesio si prosegue fino a piazza XV marzo, su cui affaccia il teatro Alfonso Rendano. In mezzo alla piazza campeggia la scultura di bronzo di Bernardino Telesio, con la quale il cantautore cosentino Brunori Sas interloquiva ironicamente nella trasmissione di Rai 3 Brunori sa. Proseguendo ancora in salita si raggiunge la cima del colle Pancrazio dove ha sede il conservatorio Stanislao Giacomantonio (musicista, compositore e antenato dello stesso Brunori). E qui si trova il bed & breakfast Villa dei Marchi, dove vale la pena mangiare e, volendo, anche dormire. Il ristorante, Il giardino pensile, ha una grande terrazza verde che domina Cosenza dall’alto e offre cene e aperitivi a chilometro zero con musica dal vivo e un’atmosfera di grande intimità.

Sabato

Ore 12: nella foresta secolare.
Prendendo la statale 107, in meno di un’ora da Cosenza si arriva sull’altopiano della Sila. Una volta giunti nel parco nazionale, a seconda della stagione si può scegliere cosa fare: ciaspolare, sciare, andare per funghi o passeggiare in riva ai tre laghi, Cecita, Arvo e Ampollino. Ma è nella località di Croce di Magara che c’è l’attrazione più importante: i giganti della Sila. Questa foresta secolare, rimasta praticamente intatta, è un polmone verde della regione ed è una riserva naturale biogenetica parte del patrimonio del Fondo ambiente italiano (Fai). I giganti in questione sono oltre 50 esemplari di pino laricio alti 45 metri. Furono piantati qui nel seicento dai baroni Mollo, nobili proprietari terrieri che nella prima metà del diciassettesimo secolo acquistarono un casino estivo in questo territorio. Il bosco è un luogo pieno di fascino, nonostante sia stato più volte vittima di disboscamento: dopo la seconda guerra mondiale, per esempio, molti esemplari furono abbattuti e inviati negli Stati Uniti come risarcimento in natura e furono usati per le impalcature dei cantieri dei grattacieli di Manhattan. Per chi visita il parco dei giganti in estate c’è anche la possibilità di praticare percorsi di meditazione a piedi nudi nel verde.

Ore 14: a bordo del trenino.
È finalmente l’ora di un paninazzo con salsicce di suino nero di Calabria e patate ’mpacchiuse, che si può gustare alla salumeria del Mercato Silano Falcone, a Camigliatello Silano. Dopo pranzo, nella vicina Moccone si prende il treno della Sila, un antico convoglio con carrozze d’epoca e una locomotiva a vapore, che sale in quota attraversando i boschi e le praterie che hanno fatto da sfondo a Freaks out. Il gruppo di circensi dell’ultimo film di Gabriele Mainetti lo usa per fuggire dal nazifascismo ma, soprattutto sotto la neve che d’inverno imbianca tutto, la sensazione è quella di partire insieme ad Harry Potter alla volta di Hogwarts.

Ore 20: grigliata nei boschi.
Riprendendo la statale 107, poco prima del borgo di San Giovanni in Fiore, si raggiunge facilmente la Griglieria Vallefiore. È una baita in legno che affaccia sui boschi e dove si può concludere la giornata con un’ottima cena di carne silana doc.

Domenica

Ore 10: ritorno all’età ellenica.
Nel rione Massa c’è il Museo dei brettii e degli enotri, ospitato nel complesso monumentale di Sant’Agostino. Qui sono conservati i reperti dell’antica colonia magnogreca Sybaris, riemersa sulla costa ionica dagli scavi effettuati nel 1888, e diversi altri cimeli rinvenuti intorno al 1930 in alcune necropoli brettie intorno alla città.

Ore 12: il caffè.
In tarda mattina si fa un passaggio al Gran caffè Renzelli, fondato nel 1803 e fra i trenta locali più antichi d’Europa. Il Renzelli – sette generazioni di dolciari – è un assaggio della Cosenza nobiliare, già dall’insegna originale, scolpita nel legno, e poi con le sale e l’arredamento dell’epoca. Solo qui si gusta la varchiglia, dallo spagnolo barquilla, pasticciotto ovale di pasta frolla, cacao e cioccolato, nato nel trecento come omaggio delle suore carmelitane scalze del convento di san Domenico ai vescovi. Poco più giù, il fine settimana si conclude in bellezza con piazza Duomo: il tiburio neo­gotico, il selciato in pietra, le maestose facciate della chiesa e dei palazzi antichi abbracciano e avvolgono i visitatori. La cattedrale di Santa Maria Assunta, patrimonio dell’Unesco dall’ottobre 2011, ha davvero poco da invidiare alle basiliche romane.

Info
Dove dormire

Villa dei Marchi
Quattro stanze in uno stabile dell’ottocento con vista su tutta la città.

B&b degli Artisti
Gestito da due professionisti del mondo del teatro, si trova in centro, a pochi passi dal teatro dell’Acquario.

B&b via dell’Astrologo
Per dormire in riva al fiume Crati,in uno dei vicoli del centro storico di Cosenza.


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