Procida, 2021. (Francesco Boscarol, NurPhoto/Getty Images)

Nel 1989, sulle pagine della rivista statunitense Mit Technology Review, faceva la sua prima comparsa il termine citizen science, la scienza dei cittadini. Un breve articolo raccontava dell’iniziativa lanciata dalla Audubon society che, attraverso il coinvolgimento attivo di volontari sparsi in tutto il paese, produsse una mappa dei livelli di pioggia acida sul territorio statunitense, difficilmente realizzabile altrimenti.

Da quel giorno a oggi la partecipazione attiva dei cittadini in progetti di studio e ricerca è aumentata enormemente, con azioni svolte in campi che spaziano dall’astronomia allo studio di specie invasive, diventando anche uno strumento chiave per il pieno raggiungimento e il monitoraggio degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

Il mio gruppo di ricerca, presso il dipartimento di biologia dell’università degli studi di Napoli Federico II, nel 2015 ha cominciato a occuparsi del monitoraggio di una specie invasiva, vettore di importanti patologie per gli esseri umani: la zanzara tigre asiatica Aedes albopictus, attraverso il progetto di ricerca Stoptigre.

Il progetto ha l’obiettivo di arrivare all’eliminazione di questa specie aliena dal territorio di Procida, piccola isola campana, attraverso la partecipazione attiva della comunità locale e l’uso della tecnica dell’insetto sterile (Sit).

La Sit è una metodica ecosostenibile che non prevede l’uso di pesticidi e si basa sul rilascio di un grande numero di insetti sterili di sesso maschile che, competendo con i maschi presenti in natura per l’accoppiamento con le femmine, portano a una progressiva riduzione del numero di nuovi individui nati.

Questa tecnica è stata sperimentata per la prima volta in Europa proprio sull’isola di Procida, ma contro la mosca mediterranea della frutta Ceratitis capitata, un terribile parassita agricolo diffuso in tutto il mondo, e applicata per la prima volta contro la zanzara tigre asiatica dal dottor Romeo Bellini del Centro agricoltura ambientale (Caa) di Crevalcore.

Prima di poter usare la Sit contro una specie bersaglio è necessario raccogliere dati preliminari sull’andamento temporale, la distribuzione spaziale e la densità della popolazione infestante. Abbiamo pensato così di coinvolgere attivamente i cittadini dell’isola di Procida fin dalle prime fasi del progetto.

I risultati dello studio, durato quattro anni, sono stati pubblicati sulla rivista PLoS neglected tropical diseases e hanno permesso di mettere in luce il grande impatto che può avere il coinvolgimento dei cittadini in un progetto come il nostro. Il contributo di numerosi volontari, incluso il sindaco dell’isola impegnato in prima persona in azioni di monitoraggio ambientale per circa un anno, ci hanno permesso infatti di ridurre notevolmente i costi del progetto e di avere una capillarità di azione sul territorio difficilmente ottenibile diversamente.

L’analisi dei dati raccolti con l’aiuto della comunità ha permesso di produrre una prima stima della dimensione della popolazione di zanzara tigre sull’isola e di definire l’andamento temporale durante i mesi di presenza delle zanzare, informazioni che saranno essenziali per pianificare al meglio i futuri rilasci di maschi sterili sull’isola.

Speriamo di poter dare come ricercatori un contributo al rafforzamento del rapporto di fiducia tra società e comunità scientifica, indispensabile per favorire la trasformazione e la crescita sostenibile della nostra società. ◆

Marco Salvemini è professore associato di genetica all’università degli studi di Napoli Federico II.

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