Cultura Suoni
The elephant man’s bones
Roc Marciano & The Alchemist (Castrø AKA StroBone)

Si dice che nel 1987 Michael Jackson abbia fatto un’offerta per comprare lo scheletro di Joseph Merrick. Merrick, noto come L’uomo elefante a causa delle sue gravi deformità fisiche, trascorse una vita infelice fino alla sua morte nel 1890 all’età di 27 anni. Figura tragica con un cuore gentile, nel secolo successivo diventò protagonista di numerosi libri , rappresentazioni teatrali e film, a partire da The elephant man del regista David Lynch. Secondo la leggenda Jackson si era commosso guardando il film ed era andato a vedere lo scheletro al Royal London hospital, dove avrebbe offerto un milione di sterline per acquistarlo. La famiglia Jackson ha negato questa storia, ma la leggenda resiste e ha dato il titolo a questo disco dei producer Roc Marciano e The Alchemist, che lo evocano per dare un valore alto alla loro musica. Entrambi hanno collaborato con il meglio della scena rap statunitense. Per questo The elephant man’s bones, il loro primo disco insieme, era molto atteso: immaginate di stare a tavola con uno zio ubriaco che racconta storie in stile Quei bravi ragazzi con un sottofondo lounge jazz. Questo è uno dei dischi rap più minacciosi e brillanti del 2022.
Dylan Green, Pitchfork

Pre pleasure
Julia Jacklin (Mick Mckk)

“Sicuro che sia l’amore a tenerci vivi?”. Questa domanda contenuta in Too in love to die rappresenta la sostanza del terzo album della cantautrice australiana Julia Jacklin, che in questi anni si è fatta conoscere per la capacità di essere diretta, con testi in grado di trafiggere i cuori più duri. Rispetto ai lavori precedenti, Jacklin torna sempre sui sentimenti complessi, sull’amore e le relazioni, ma stavolta con meno rabbia. Pre pleasure è stato registrato in un periodo breve a Montréal, con il coproduttore Marcus Paquin e i musicisti canadesi con cui suona dal vivo (tra cui alcuni dei Weather Station). Il disco è nato nel suo appartamento, su una tastiera Roland, ampliando così il suono oltre le chitarre a cui eravamo abituati. In ogni canzone c’è una lotta per trovare quello che è puro e per cercare una mano invisibile a cui aggrapparsi per lasciarsi andare. Jacklin pensa a tutte le volte in cui ci viene detto di non lasciarci andare e, in particolare in Ignore tenderness, ai compromessi che le donne devono accettare per avere un po’ di tenerezza, mentre gli splendidi arrangiamenti per chitarra di Owen Pallett creano quel calore che fa volare il brano verso una chiusura più ottimista. L’amore, quindi, non è perfetto. È incasinato, incerto e momentaneo ma dà significato alle nostre vite. In Pre pleasure Jacklin ha saputo guardare ai rapporti da tutte le angolazioni e ha le parole giuste, che siano sussurrate o urlate, per renderci partecipi delle sue riflessioni.
Trev Elkin, God Is In The Tv

Renaissance

La scena jazz britannica è fertile. Da Kamaal Williams a The Comet Is Coming e altro ancora, il Regno Unito sta producendo alcuni dei dischi jazz più avvincenti degli ultimi anni. Un po’ come succede con Kamasi Washington e Thundercat negli Stati Uniti, la scena britannica è interessata alla contaminazione con l’hip hop, l’rnb, il progressive e l’elettronica. Non è una grande sorpresa, quindi, che Renaissance, il disco di debutto del tastierista Doom­Cannon come leader di una band, sia una gioia per le orecchie. Questi musicisti riescono a rimanere giocosi pur trasmettendo melodia ed energia positiva, come se fossero dei bambini. Brani come Uncovering truth e Amalgamation sono costruiti su tempi dispari, in particolare il 5/4 tanto caro ai jazzisti, ma non danno mai la sensazione di essere artificiosi o cerebrali. A tratti risultano perfino sexy. Il disco, nonostante sia in gran parte strumentale, non è privo di impulsi politici o sociali, come succede nel dittico di chiusura di Black liberation prologue e Black liberation che contiene un discorso sulla lotta per i diritti dei neri. Renaissance è il tipo di disco che ti fa sentire fortunato a essere qui ora, forse la cosa migliore che la musica possa fare.
Langdon Hickman, Treblezine

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1476 - 2 settembre 2022
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