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Neutralità

Gaza, 15 maggio 2022. Un murale dedicato a Shireen Abu Akleh. (Adel Hana, Ap/LaPresse)

“È morta Shireen Abu Akleh, giornalista palestinese”. “Tensione e incidenti a Gerusalemme ai funerali della reporter”. Quando si tratta di Israele e dei palestinesi, è sempre sorprendente il modo con cui tanti mezzi d’informazione (in Italia, in Europa e negli Stati Uniti) minimizzano i comportamenti del governo e dell’esercito israeliani nascondendosi dietro un’apparente neutralità di tono e linguaggio.

Solo un’indagine indipendente potrà determinare chi ha sparato alla giornalista, ed è possibile che nessuno – né gli israeliani e neppure i palestinesi – abbia davvero interesse ad accertare la verità per timore di quello che potrebbe significare se si scoprisse che la pallottola proveniva da uno dei propri soldati o combattenti.

Malgrado questo, ha scritto Ravit Hecht su Haaretz, non si può nemmeno fare a meno di ricordare il contesto in cui l’uccisione è avvenuta: “Un territorio sotto controllo militare e la cui popolazione è tenuta in ostaggio senza i diritti civili fondamentali”.

Sempre più diffusamente il regime coloniale che Israele impone ai territori occupati viene chiamato apartheid, proprio come quello sudafricano: lo definiscono così non solo gli stessi palestinesi ma rapporti delle Nazioni Unite, organizzazioni come Human rights watch, Amnesty international e B’Tselem, e tra gli israeliani tanti attivisti, giornalisti e alcuni politici.

Su quello che è successo ai funerali, invece, non servono indagini: “Nessun israeliano avrebbe dovuto dormire bene” quella notte, ha scritto Gideon Levysu Haaretz.

Decine di video mostrano la polizia israeliana in tenuta antisommossa caricare con violenza gratuita le persone che portano il feretro della giornalista e poi si vedono gli stessi poliziotti strappare le bandiere palestinesi.

Bastava poco per dire le cose come stanno. Shireen Abu Akleh, giornalista palestinese, è morta perché è stata uccisa. E le tensioni ai suoi funerali sono state provocate deliberatamente dalla polizia israeliana. ◆

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