02 ottobre 2015 16:40
The chinese mayor.

Qualche giorno fa a Londra c’è stata una protesta contro l’apertura di un locale hipster, il Cereal Killer Cafe, in una zona tra Brick Lane e Shoreditch che fino a qualche tempo fa era popolare e ora si sta gentrificando: locali alla moda, e prezzi delle case insostenibili che di fatto spingono chi vive qui da anni a lasciare il quartiere e cercare casa altrove.

Ogni tanto qualche abitante protesta: succede a Brixton a sud di Londra in un altro quartiere popolare dove da mesi è viva una mobilitazione contro la demolizione dei vecchi archi che dovrebbe fare spazio a una serie di negozietti in cui fare la spesa bio e barbieri dal mobilio vintage.

Il film che oggi si proiettava al cinema Boldini alle 14.15 racconta una storia molto simile, a diecimila chilometri di distanza. In The chinese mayor di Zhou Hao si vede il nuovo sindaco di Datong che vuole riportare la sua città, un importante centro industriale legato all’estrazione del carbone, ai suoi antichi fasti ancora testimoniati da alcuni palazzi delle dinastie Qin e Ming che spuntano in mezzo a orrendi edifici grigi e schiere di baracche.

Ma questa sorta di gentrification imposta dall’alto si scontra anche qui con gli abitanti degli slums che si sdraiano per protesta davanti ai caterpillar a difendere le loro vecchie case dalla demolizione forzata.

Cina e Regno Unito, un sindaco ligio alla politica governativa, nuove generazioni desiderose di imborghesirsi in fretta. Cambiano le latitudini, ma il capitalismo, soprattutto quello edilizio, funziona nello stesso modo. I prezzi delle case aumentano e cresce la marginalità sociale.

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