27 febbraio 2015 12:51

In Giappone, dopo lo tsunami del 2011, il ministero dell’agricoltura ha stanziato una serie di sussidi per sostenere le attività agricole emergenti con l’obiettivo di aumentare l’autosufficienza alimentare del paese e l’impiego nel settore di giovani uomini e soprattutto di donne.

Gli aiuti permettono ai giovani contadini, che hanno meno di 35 anni, di trovare terreni coltivabili disponibili e abbattere i costi di gestione grazie alla condivisione dei macchinari per campi diversi.

Il numero delle donne che svolgono questo tipo di lavoro è arrivato a diecimila negli ultimi quattro anni e i social network sono lo strumento promozionale più utilizzato per vendere e far conoscere i prodotti, tra cui soprattutto riso, frutta e verdura.

Il fotografo Enrico Salvadori, nell’ottobre del 2014, ha visitato alcune di queste attività gestite da giovani giapponesi, per la maggioranza donne, tra cui la Yamagata girl’s farm nella città di Murayama, condotta da sette donne che coltivano baby angurie, mele e ciliegie per poi rivendere tutto ai negozi e i ristoranti di Tokyo; e quella dell’unico coltivatore di banane del paese che sfrutta il vapore delle sorgenti naturali della onsen (bagno termale) di famiglia.

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