10 marzo 2015 23:55

I giudici della VI sezione penale della cassazione hanno confermato l’assoluzione di Silvio Berlusconi dai reati di concussione e prostituzione minorile nell’ambito del processo Ruby.

Silvio Berlusconi era stato condannato in primo grado dal tribunale di Milano nel giugno 2013 a sette anni, con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Secondo l’accusa, Silvio Berlusconi, quando era presidente del consiglio, avrebbe avuto rapporti sessuali con una ragazza di 17 anni di origine marocchina, Karima El Mahroug, detta Ruby, e avrebbe usato i suoi poteri per insabbiare il caso.

Nel luglio 2014 la corte d’appello lo aveva assolto dai reati di concussione “perché il fatto non sussiste” e da quello di prostituzione minorile “perché il fatto non costituisce reato”.

Il processo Ruby. Il processo Ruby è stato aperto dalla procura di Milano il 21 dicembre 2010. La vicenda ha origine tra il 27 e il 28 maggio 2010, quando una ragazza di 17 anni di origine marocchina, Karima El Mahroug, detta Ruby rubacuori, fu portata in questura perché era stata accusata di furto e risultava priva di documenti.

Silvio Berlusconi, all’epoca presidente del consiglio, telefonò al capo di gabinetto della questura, Pietro Ostuni, dichiarando che la ragazza era “la nipote di Mubarak” e convincendo le autorità a consegnarla alla consigliera regionale Nicole Minetti, invece di affidarla a una comunità per minorenni.

Il 21 dicembre 2010 la procura di Milano aprì un’inchiesta per concussione perché, secondo l’accusa, Silvio Berlusconi aveva abusato dei suoi poteri di capo del governo per far rilasciare Ruby. Dalle successive indagini è emerso che Karima El Mahroug tra il febbraio e il maggio 2010 ha partecipato a varie feste “a luci rosse” nella residenza di Arcore di Berlusconi, insieme ad altre ragazze del mondo dello spettacolo e alla stessa Nicole Minetti. Ruby e altre ragazze, secondo l’accusa, avrebbero concesso prestazioni sessuali a Berlusconi in cambio di soldi e altri favori.

Il 3 ottobre 2011 nell’ambito della stessa vicenda, ma in un procedimento penale separato, sono stati rinviati a giudizio Nicole Minetti, l’allora direttore del TG4 Emilio Fede, e il manager Lele Mora, imputati per induzione e favoreggiamento della prostituzione minorile. Sky Tg24, La Repubblica, Corriere della Sera

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