22 giugno 2015 16:13
Papa Francesco con il moderatore valdese Eugenio Bernardini nel tempio di Torino, il 22 giugno 2015. (L'Osservatore Romano/Ap/Ansa)

Papa Francesco ha visitato lunedì mattina il tempio valdese di Torino durante la sua seconda giornata nel capoluogo piemontese.

È il primo papa a entrare in un luogo di culto riformato e durante la cerimonia ha detto: “Purtroppo è successo e continua ad accadere che i fratelli non accettino la loro diversità e finiscano per farsi la guerra l’uno contro l’altro. Da parte della chiesa cattolica vi chiedo perdono per gli atteggiamenti e i comportamenti non cristiani, persino non umani che, nella storia, abbiamo avuto contro di voi”.

  • La chiesa evangelica valdese è una chiesa cristiana riformata, cioè ispirata alle riforme protestanti del cinquecento. Nel 1975 si è unita alla chiesa metodista italiana, dando vita all’Unione delle chiese metodiste e valdesi.
  • La chiesa valdese prende il nome da un mercante di Lione, Valdo (1140-1206), che decise di vivere l’esperienza cristiana seguendo l’esempio della comunità degli apostoli: venduti i suoi beni, viveva di elemosina senza abbandonare la fedeltà al papa. Il suo movimento, i Poveri di Lione, fu scomunicato ed espulso dalla città alla fine del 1184, nell’ambito della lotta ai movimenti eretici.
  • In seguito alle persecuzioni del 1208 nel sud della Francia, sotto Innocenzo III, i valdesi si ritirarono nell’Italia settentrionale, so­prattutto nelle valli occidentali del Piemonte come la Val Pellice, la Val Chisone e la Valle Germanasca.
  • Quando in Europa si diffuse la Riforma protestante i valdesi vi aderirono, nel 1532, organizzandosi in comunità alternative a quella di Roma, con predicatori locali per il culto e la celebrazione dei sacramenti.
  • Nel seicento il ducato di Savoia attuò una progressiva riduzione delle libertà della comunità valdese, che fu costretta a ritirarsi sempre più sulle montagne e a subire una cattolicizzazione forzata. Editti successivi ridussero via via le libertà dei valdesi, fino all’editto del 15 maggio 1650 con cui i valdesi furono minacciati di morte e di confisca dei beni se non fossero tornati alla chiesa roma­na.
  • Nel 1655, con il pretesto dell’uccisione di un sacerdote cattolico a Torre Pellice, le truppe di casa Savoia intimarono ai valdesi di lasciare le loro terre. Al rifiuto della popolazione seguì l’intervento militare: il bilancio finale, secondo un documento valdese del 1656, fu di 1.712 morti. Inoltre, almeno 148 bambini furono portati via e affidati a famiglie cattoliche. I valdesi riottennero il diritto ad abitare le valli solo grazie all’intervento diplomatico di Francia e Svizzera.
  • I valdesi hanno ottenuto i diritti civili nel 1848, con re Carlo Alberto.
  • La chiesa valdese ha una popolazione complessiva in Italia di circa 25mila fedeli, alcune comunità di lingua italiana nelle maggiori città della Svizzera e circa 13mila fedeli tra Argentina e Uruguay.
  • Oggi i valdesi sono diffusi soprattutto in Piemonte, dove contano 41 chiese (sono 120 in tutta Italia) e hanno il loro centro a Torre Pellice, in provincia di Torino.
  • L’assemblea legislativa della chiesa valdese è il Sinodo, composto da tutti i pastori e da altrettanti esponenti laici eletti dalle chiese. L’autorità rappresentativa e amministrativa è la Tavola, eletta dal Sinodo. È composta di un presidente che ha il titolo di moderatore, da vari pastori e da alcuni membri laici. Alla guida di ogni singola parrocchia c’è il pastore assistito dagli anziani e dai diaconi.
  • Negli ultimi anni si è sviluppato un dialogo ecumenico con la chiesa cattolica, il cui risultato più concreto è stata l’intesa sui matrimoni misti negli anni novanta.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it