06 settembre 2015 13:34
Scontri tra la polizia e i migranti al porto di Mitilene, sull’isola greca di Lesbo. (Dimitris Michalakis, Reuters/Contrasto)

Circa tremila persone scappate dalla guerra in Siria aspettano di essere identificate sull’isola greca di Lesbo. Sono arrivate negli ultimi giorni attraversando il breve tratto di mare Egeo che separa l’isola dalle coste occidentali della Turchia. Gli scontri con la polizia, che usa manganelli e lacrimogeni per disperdere le proteste, si ripetono quotidianamente per la scarsità di misure di accoglienza e la lentezza nelle procedure di registrazione. Seguendo il trattato di Dublino, infatti, solo dopo l’identificazione i migranti possono proseguire regolarmente il proprio viaggio verso altri paesi d’Europa.

Migliaia di profughi aspettano anche sulle altre isole greche molto vicine alla Turchia, come Kos, Samos e Agathonisi. Un traghetto affittato dal governo di Atene ha caricato dalle isole e poi accompagnato al porto del Pireo 2.500 migranti già registrati. Con questi, secondo i conti della guardia costiera, sono 13.370 le persone portate dalle isole alla terraferma.

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