16 settembre 2015 12:34

È di cinque agenti feriti e due manifestanti arrestati, il bilancio degli ultimi giorni di scontri tra israeliani e palestinesi sulla Spianata delle moschee a Gerusalemme. Il premier Benjamin Netanyahu ha convocato ieri sera una riunione d’emergenza e ha annunciato di aver autorizzato “l’uso di ogni mezzo necessario” contro chi lancia pietre, dopo che un israeliano è morto in un incidente d’auto provocato dai lanci di sassi da parte dei palestinesi vicino alla città vecchia.

Gli scontri vicino ad Al Aqsa. Per tre giorni consecutivi ci sono stati scontri tra poliziotti e manifestanti intorno alla moschea Al Aqsa nella Spianata, che gli ebrei chiamano Monte del tempio, proprio in concomitanza con il capodanno ebraico, le cui celebrazioni sono terminate ieri sera.

Le immagini della Reuters


La risposta di Netanyahu. “Alla vigilia del capodanno ebraico, abbiamo avuto la conferma che il lancio di pietre può uccidere”, ha dichiarato Netanyahu al termine della riunione. “Questo tipo di attacchi d’ora in poi saranno puniti duramente”, ha proseguito il premier. Il governo israeliano starebbe mettendo a punto una proposta di legge che stabilisce un obbligo di pena minimo per chi “mette a rischio le vite umane tirando pietre, razzi e petardi”. Secondo le anticipazioni, saranno anche previste multe pesanti per i genitori che permetteranno ai bambini di partecipare a manifestazioni violente contro le autorità.

Le reazioni della comunità internazionale. L’inviato delle Nazioni Unite per il Medio Oriente Nickolay Mladenov ha invitato le parti a evitare qualsiasi provocazione. “Mentre la regione si trova ad affrontare una spirale viziosa di terrore ed estremismo, tali provocazioni hanno il potenziale di scatenare violenze che andrebbero molto oltre le mura della città vecchia di Gerusalemme”, ha dichiarato Mladenov. “Ora è obbligatorio che lo status storico dei luoghi religiosi sia mantenuto in linea con gli accordi tra Israele e sua maestà il re di Giordania nelle vesti di custode dei luoghi sacri dell’Islam a Gerusalemme”, ha aggiunto il diplomatico bulgaro. Da parte sua, Abdullah di Giordania ha chiamato il vicepresidente statunitense Joe Biden per chiedere che la comunità internazionale prenda provvedimenti dopo le azioni di Israele al Monte del tempio.

Il luogo simbolo. La Spianata delle moschee è un luogo sacro per tutte e tre le grandi religioni monoteiste. Comprende la moschea Al Aqsa e la Cupola della roccia, oltre ad altri edifici religiosi musulmani minori, e si trova accanto al Muro del pianto, che è il luogo più sacro per l’ebraismo in quanto è tutto ciò che resta dell’antico tempio di Gerusalemme. La gestione della Spianate delle moschee è oggetto di contesa dai tempi della guerra dei sei giorni, nel 1967. Dopo la fine del conflitto, fu trovato un accordo che garantiva ai musulmani la sovranità religiosa sul sito, ma dava a Israele il controllo dell’accesso alla Spianata. I non musulmani potevano visitarla, ma avevano il divieto di pregare: il diritto alla preghiera poteva essere esercitato dagli ebrei solo lungo il Muro del pianto, a cui si accede da un ingresso separato. Le forze dell’ordine israeliane continuano a impedire ai non musulmani di manifestare la loro fede sulla Spianata.

La seconda Intifada. Nel 2000, dopo che Ariel Sharon visitò la Spianata delle moschee e rilasciò alcune dichiarazioni ritenute provocatorie dai palestinesi, scoppiò la seconda intifada e da allora l’ingresso ai siti musulmani è stato ristretto ulteriormente. Ora gli ebrei e gli altri visitatori non musulmani possono entrare nella Spianata solo in certi giorni e a orari precisi, senza però avere mai accesso alle moschee. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che non permetterà che cambi la sovranità religiosa sul sito, anche se molti nazionalisti israeliani vorrebbero poter pregare sulla Spianata.

Cosa c’è all’origine delle ultime tensioni. L’8 settembre il ministro della difesa israeliano Moshe Yaalon ha firmato un decreto per bandire dalla Spianata delle moschee i gruppi musulmani dei Murabitun e delle Murabatat. Si tratta di civili che volontariamente stanno a guardia della moschea Al Aqsa, per difenderla dagli estremisti ebrei. Il divieto è stato emesso per evitare che gli ebrei in visita al sito in occasione del capodanno ebraico – che quest’anno si celebrava tra il 14 e il 15 settembre – fossero disturbati dagli attivisti islamici contrari alla presenza degli israeliani sulla Spianata. In risposta al provvedimento, un gruppo di palestinesi ha eretto barricate davanti alla moschea Al Aqsa nella notte tra il 12 e il 13 settembre, provocando l’intervento armato delle forze di sicurezza israeliane nel luogo sacro dell’Islam.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it