08 agosto 2016 09:21

Una nuova e controversa costituzione è stata adottata in Thailandia, dopo un referendum che si è tenuto il 7 agosto in tutto il paese. Circa 50 milioni di elettori sono stati chiamati alle urne, ma solo il 55 per cento degli aventi diritto è andato a votare, secondo i mezzi d’informazione locali.

Convocato dalla giunta militare che ha preso il potere con un colpo di stato il 22 maggio del 2014, questo referendum era stato duramente criticato perché era stato impedito agli oppositori politici di fare campagna elettorale in un paese in cui non è possibile criticare il governo.

La sera del 7 agosto, le stime basate sul 94 per cento dei voti scrutinati prevedevano un vantaggio importante per la giunta, con più del 60 per cento dei voti in favore della nuova costituzione.

Decine di arresti

Più di 120 persone sono state arrestate per aver violato le regole imposte durante la campagna elettorale, ha denunciato l’organizzazione non governativa Human Rights Watch (Hrw).

Gli oppositori affermano che questa costituzione stabilisce una falsa democrazia e consolida il potere della giunta militare, in particolare attraverso la nomina diretta dei senatori, mentre fino al colpo di stato il 50 per cento del senato era eletto a suffragio universale. Un secondo quesito referendario proponeva che i senatori fossero scelti dal primo ministro, poiché i golpisti (monarchici) sono preoccupati dello stato di salute del re Bhumibol Adulyadej.

Dopo l’abolizione della monarchia assoluta, con il golpe del 24 giugno 1932, la Thailandia ha vissuto una lunga serie di colpi di stato e di nuove costituzioni. Il progetto di riforma costituzionale, votato l’8 agosto, era stato presentato solo undici mesi dopo il precedente tentativo di riforma che era fallito. Si tratta della 21ª costituzione proposta dal 1932.

Il Puea Thai, il partito della prima ministra Yingluck Shinawatra destituita dalla corte costituzionale nel maggio 2014, ha dichiarato che accetterà i risultati del referendum e ha detto che continuerà a combattere per il ritorno della democrazia. Il partito ha affermato che il referendum era solo un appello a organizzarsi al più presto in vista delle elezioni generali nel 2017.

(Traduzione Andrea De Ritis)

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